Subito Dybala poi la Roma. Ma il pareggio piace alla Juve

18/01/2015 alle 10:05.
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GASPORT (P. ARCHETTI) - Alla Roma serviva una partita normale, senza gli isterismi di massa delle ultime due uscite, vedi gol fantasma di Udine e la rimonta con l’autoscatto (in romanesco: selfie) del derby. Ma questa è una serata troppo normale, che scivola nella banalità di un pareggio con molti limiti e che può portare la a più cinque stasera se l’Hellas si fa calpestare a Torino come giovedì in Coppa Italia. E allora verrebbero dimenticati i paragoni con un anno fa, quando il debuttante , pur con tre punti in più di adesso, girò a otto lunghezze dalla capolista (e finì a meno 17). Aritmeticamente la Roma 2015 sta meglio, come spirito e prospettive invece non è così in salute. Anche perché questo è il secondo pari consecutivo, il terzo nelle ultime quattro uscite; e perché nel prossimo turno ci sarà ancora un doppio impegno squilibrato, con i giallorossi a Firenze e gli juventini in attesa del Chievo. Può capitare un incidente a inizio percorso, anche se è la terza volta che i romani pigliano gol entro i primi tre minuti di gara, però personalità e proposte devono portare a una reazione adeguata. Invece il crescendo è troppo ordinario e il raggiunto equilibrio, a inizio ripresa con , non fa scattare la caccia ai tre punti, ma è soltanto un placido uniformarsi alla realtà.

I MOTIVI Va detto che Iachini sa come difendersi, soprattutto lontano dalla porta, senza mai uscire dall’impostazione prefissata, mentre sfoglia le variabili tattiche per rialzarsi. E il Palermo sa anche come colpire, quindi va più vicino al raddoppio dei rivali ( salva su Dybala). Quasi dispiace a quei due argentini che l’1-0 venga catalogato sotto la voce regali, poiché è Astori a servire Vazquez. Un dono non rende giustizia alla coppia zampariniana, che invece sa tratteggiare calcio superbo e rapido. Colpi di tacco, tunnel, scambi che sarebbero precisi anche da bendati. Si conoscono, si utilizzano a vicenda: Vazquez è spesso dietro e non in verticale con il ragazzo, l’invito che gli offre per il decimo centro è pure il suo settimo assist in campionato. Durassero tutta la notte, sarebbero e Neymar, invece rifiatano vistosamente e nel secondo tempo vengono cambiati; ma in alcune fiammate precedenti, tutti gli altri discorsi sono secondari rispetto al loro modo di creare la superiorità.

AFFANNO ROMA Perché la Roma passa il centesimo secondo ed è già sotto e gli altri capiscono che c’è aria fra i due centrocampisti centrali di che nel di partenza si fida troppo di e mette invece trequartista. Quando ancora un’invenzione di Vazquez apre una corsia per la gloria a Rigoni (uomo non da volate, infatti gira palla dietro), il tecnico urla al bosniaco di occupare la casella del numero dieci e fa retrocedere . Ma il Palermo, con tre mediani dal ringhio incessante e due esterni elastici nel nascondere i lati, toglie campo e velocità ai romanisti, costretti talvolta al lancio. Quindi nel secondo tempo ridà l’abito tradizionale ai suoi stringendo le porte in mezzo: torna a tre o con la solita variante 4-1-4-1 senza palla. La Roma sta meglio in campo anche se pure in questo caso non è la maestria tattica a portare alla rete, bensì una punizione letta male dalla difesa e infila il secondo e penultimo tiro in porta. Certo oltre a lasciar fuori (entra nel finale), la sistemazione d’avvio nasce dalle modifiche obbligate al cuore della squadra, dato che mancano , e , oltre a Gervinho. debutta da titolare in campionato: meglio nella seconda versione. Vicino ha , che conferma la crescita ed è il più continuo. Nelle poche sarabande offensive – soltanto tre angoli oltre alla rare conclusioni – si salva la corsa di nella prima parte, non lo scatto spesso bloccato di . Il debutto di Verde va bene per le statistiche, il ragazzo avrà tempo per farsi conoscere.

NON SOLO QUEI DUE Ventuno dei 31 gol del Palermo hanno visto le firme, assist compresi, di Dybala e Vazquez. Però il settimo risultato utile di fila al Barbera, con cinque vittorie, ha anche altri padri come Rigoni, Maresca, Barreto. In difesa per punizione resta fuori Munoz, poco interessato a rinnovare il contratto, così tocca a Vitiello legarsi con Gonzalez: la discreta intesa fra di loro permette di nascondere le malefatte di Andelkovic, costante fonte di errori e insicurezze. È la decima partita positiva nelle ultime undici: con 26 punti a metà torneo, Iachini riesce a navigare tranquillo. Da queste parti non è così scontato.