IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Dietro a Garcia, per lo scudetto. La Sud, l’Olimpico e la Roma seguono il loro condottiero. Difendendo Totti e attaccando la Juve. A parole e con i fatti. Ecco che il 3 a 0 al Chievo, successo meritato e in scioltezza, diventa il messaggio migliore da inviare ai campioni d’Italia. Già recuperati 2 punti. Torti e schiaffi restano allo Stadium di Torino. Sotto la collina di Monte Mario si vedono solo gioco, gol e vittorie. Che sono 6 su 7 partite di questo torneo, per l’enplein in casa: 5 su 5 in casa (compresa quella con- tro il Cska). In poco più di mezz’ ora l’anticipo è chiuso. Per dedicarsi alla Champions. Risultato al sicuro con 3 reti, massimo exploit fin qui in campionato. Adeguandosi alle big d’Europa. Anche se le rivali del gruppo E esagerano: il Bayern, ospite qui martedì, e il Cska con 6 gol e il City con 4. Garcia si prende tutto e subito. I tre punti che pesano in classifica e i meriti di aver preparato alla grande il match dopo le gaffe di Rocchi nello scontro diretto che avrebbero messo ko, psicologicamente, qualsiasi gruppo. Non il suo. Più forte di qualsiasi av- versario. Non cambia il suo copione nemmeno quando manca- no titolari come Manolas, Castan, Strootman, Keita e Iturbe. Più Florenzi e Gervinho che, reduci dagli impegni con le nazionali, vanno in panchina. Entrerà solo il primo, dopo un’ora, per preservare Totti. La Roma non perde la sua identità e stritola in fretta il Chievo che, nel suo modesto e fragile 5-3-2, si arrende senza nemmeno accorgersene (e Corini ora rischia). Decisivi so- no gli attaccanti di scorta schierati ai lati del capitano nel tridente di partenza, che finisce per intero nel tabellino. Destro, ora capocannoniere stagionale con 3 reti, apre l’incontro e soprattutto segna il primo gol di testa della Roma in 9 partite, il suo settimo al Chievo. Ljajic a metà tempo firma la rete più bella del pomeriggio, la sua seconda in campionato, e arricchisce la sua prestazione, già chic e di sostanza. L’Olimpico non vuole il rigore che Calvarese assegna alla Roma per l’abbraccio lieve di Dainelli a De Rossi. Il pubblico contesta il direttore di gara di Teramo. Non accetta certi regali. Totti, nel rispetto del regolamento, deve però prendersi l’omaggio che non avrebbe voluto. Trasforma di rabbia e batte per la primavolta Bardi che ora è il portiere numero 108 a inchinarsi davanti al capitano giallorosso. Adesso sono 237 i suoi gol in A e 9 quelli al Chievo.
Dopo furti e soprusi lo gridiamo più di prima: vinci lupa capitolina: è il testo dello striscione che la Sud espone prima del match. Dopo l’intervallo compare quel- lo mirato alla direzione di Rocchi: rigore per la Juve. E rigore si legge ovunque, attorno alla figurina dell’arbitro. Se in tribuna i tifosi si dedicano ai bianconeri, dirigenti (Agnelli e Nedved) e giocatori (Buffon e Bonucci), in campo i giallorossi pensano al Bayern. Garcia ha cambiato 6 giocatori dopo la gara di Torino: De Sanctis, Cole, Astori, De Rossi, Ljajic e Destro. Debutta nel finale Uçan, 23 ̊ giocatore utilizzato. Il coinvolgimento è totale. Dalla curva fino in campo.