IL TEMPO (A. AUSTINI) - La tabellina del tre a Trigoria la conoscono a memoria. Quattro partite, dodici punti compresi quelli nel girone di Champions, dieci gol segnati e appena uno, ininfluente, incassato. Non è ancora la Roma da record che l’anno scorso ha contato fino a dieci vittorie, ma i numeri raccontano un’altra partenza molto promettente.
Non era affatto scontata, visto che i giallorossi non erano abituati a giocare ogni tre giorni. Garcia ha superato i primi esami di turnover grazie a una rotazione in tutti i reparti: ben 19 i giocatori impiegati nelle 4 gare ufficiali, gli stessi utilizzati da Allegri, anche se nella Roma i minuti sono distribuiti in modo più omogeneo. Fra i 19 schierati dalla Juventus, Romulo, Morata, Padoin e Giovinco hanno giocato solo una manciata di minuti a testa, mentre i giallorossi, Emanuelson a parte, sono tutti rimasti in campo almeno un tempo.
Nainggolan l’unico sempre presente oltre a De Sanctis, Totti mai così centellinato: ha visto due partite intere in panchina. I giocatori coinvolti sarebbero stati di più se non ce ne fossero già 8 in infermeria: a Balzaretti e Strootman si sono aggiunti Castan, Astori, Iturbe, Borriello, Uçan e per ultimo De Rossi. Tranne il difensore della Nazionale, sono tutti stop di natura muscolare e a Trigoria si sta cercando di capire le cause. Il medico dimissionario Gemignani, in estate, ha lasciato una relazione che indicava una possibile concentrazione di infortuni all’inizio della stagione, per via del Mondiale e del cambio di preparatore atletico. È Paolo Rongoni di cui Garcia si fida ciecamente dopo averci lavorato in Francia. Nella sua biografia lo descrive così: «Uomo leale e autorevole - scrive Rudi di Rongoni - proponeva dei metodi nuovi che, basandosi sulla forza, permettevano ai giocatori di essere pronti rapidamente. Fu senza dubbio questo il motivo per cui a Le Mans ebbi il miglior inizio di stagione della mia carriera di allenatore».
Sperando che i contrattempi siano sempre più rari, oggi De Rossi svolgerà gli esami per conoscere l’entità dell’infortunio al polpaccio: si teme la lesione muscolare, sicuramente domani a Parma non ci sarà, al contrario di Totti che tornerà titolare. Iturbe ha già iniziato a correre in campo e toccare il pallone: può farcela per lo scontro diretto in casa della Juve.
Il turnover serve a tenere tutti sulle spine. Qualcuno lo sopporta bene, altri meno. Vedi Destro, che domenica ha preso male la sostituzione, tornando in panchina si è lamentato all’indirizzo di Garcia e del suo staff e poi, a freddo, si è scusato con l’allenatore. Caso chiuso ma spia ancora accesa sul carattere difficile del ragazzo.
Per star dietro alla Juve c’è bisogno di tutti. Anche perché della flessione immaginata dopo l’addio di Conte non c’è traccia. Neppure nelle statistiche. Se ci limitiamo al campionato, la Roma primeggia nella differenza reti (+5 contro +4) e sta migliorando nell’efficacia, se si pensa che è solo tredicesima in serie A come numero di tiri in porta. L’anno scorso domava le sue prede nella ripresa, quest’anno punta ad azzannarle subito: è sempre stata in vantaggio al 45’.
I giallorossi sono invece secondi nel possesso palla, - 31 minuti di media, uno in meno della Juve - idem nelle palle giocate (697 contro 740 dei bianconeri), nei passaggi riusciti (75.3 e 77.2), mentre la squadra di Garcia scivola più indietro nella supremazia territoriale (sesta) e nell’indice di pericolosità (quinta), dove invece il gruppo di Allegri è sempre al comando. Ma la corsa è appena iniziata.