IL MESSAGGERO (L. PASQUARETTA) - «Casa dolce casa». Aveva proprio ragione John Howard Payne. E' davvero dolce la nuova casa della Juve. «Lo stadio che ha cambiato il calcio italiano», come ama ricordare sovente il presidente Andrea Agnelli. Uno stadio rigorosamente di proprietà, da 41mila posti (quasi sempre esaurito, 92% di saturazione al netto del settore ospiti), aperto 7 giorni su 7. Efficiente. Moderno. Senza barriere. Molto anglosassone: dove l'entertainment va a braccetto con il business, dove si può mangiare (21 bar ed 8 ristoranti), fare spesa e shopping (presso l'adiacente Area 12, il centro commerciale griffato E.Leclerc-Conad che hanno investito 100 milioni), visitare il J-Museum (ad oggi 372 mila visitatori) e avventurarsi nel Tour. Marketing e merchandising in continuo divenire. E dal 2016 aprirà i battenti pure la Cittadella presso l'area adiacente della Continassa. Insomma uno stadio vincente sia dal punto di vista sportivo che economico-finanziario, costato 160 milioni e finanziato per 75 milioni grazie alla cessione dei naming rights alla società francese SportFive e per la quota restante attraverso l'accensione di un mutuocon il Credito Sportivo. Tutto iniziò nel dicembre del 2002, ai tempi della triade (Giraudo- Moggi-Bettega), quando il consiglio comunale di Torino approvò la variante al piano regolatore, destinando l'area del vecchio Delle Alpi alla società bianconera, che nel luglio 2003, ne divenne proprietaria, versando 25 milioni. Con Calciopoli tutto sembrava finito. Ed invece, l'ex a.d. bianconero Jean-Claude Blanc prese in manola situazione.
I CANTIERI A luglio del 2009 iniziarono i lavori. Dal giorno dell'inaugurazione (8 settembre 2011) la Juve ha vinto 3 scudetti consecutivi. Innumerevoli i benefici, in particolare per i ricavi da stadio, aumentati in maniera esponenziale: prima di trasferirsi nella nuova casa, la società fatturava 11 milioni, passati a 35 il primo anno, a 44 il secondo e dovrebbero sfiorare i 50 il terzo (i dati saranno resi noti il prossimo 23 settembre, il giorno dell'assemblea degli azionisti). La Juve ha corretto un'anomalia tutta italiana. I ricavi da stadio rappresentano circa il 13% degli introiti delle società italiane, contro il 27% di Inghilterra oGermania. E tanto per non farsi mancare nulla dall'inizio del 2015 inizieranno i lavori per la Cittadella della Juventus, presso la Continassa. Lo scorso 22 luglio la giunta del Comune di Torino ha dato il via libera al Piano esecutivo convenzionato: l'area da 176.000 mq (costata 11,7milioni) ospiterà la nuova sede (il trasloco nel 2016), il centro di allenamento, un albergo da 155 camere, un concept store e l'International School of Europe per 600 studenti. Serviranno 92 milioni, che saranno reperiti attraverso la costituzione di un fondo immobiliare d'investimento (per il 50% ricorrendo all'indebitamento con le banche e per il resto con l'equity di investitori). Insomma l'investimento complessivo, diretto ed indiretto, fra stadio, Area 12 e Progetto Continassa è di 340 milioni di euro, che ha generato tra l'altro ricadute occupazionali importanti, la riqualificazione di una zona degradata e una compatibilità ambientale ottimale, grazie all'utilizzo di tecnologie avanzate ed ecosostenibili