IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Se non è la Roma vera, le assomiglia molto. Se non altro perché ricorda un bel pò quella dello scorso anno, con i vari Gervinho, Totti, De Rossi, Pjanic, Florenzi e Benatia, sempre una spanna sopra gli altri. In Austria l'amichevole torna ad essere una "sgambata" vecchio stile e non un evento mediatico, e lo si vede dalla presenza di tanta gente, bambini compresi seduti nel campo per destinazione (tra l'altro pure molto pericoloso per la loro incolumità, «Ho visto organizzazioni migliori, ma alla fine ci siamo divertiti», dirà Garcia a fine partita) ed era difficile addirittura battere un calcio d'angolo. Il primo avversario austriaco della Roma gioca nella quinta serie. La partita non esiste: 5-0 il risultato finale. Garcia sceglie una squadra presumibilmente simile a quella che esordirà in campionato. «Volevo dare più minutaggio a coloro che avevano giocato meno, e far riposare chi ha lavorato tanto: venerdì toccherà ad altri, sperando di arrivare pronti a fine agosto». In campo nell'undici titolare tre dei nuovi arrivi, Cole, Astori e Keita, poi c'è Gervinho e non Iturbe (ancora molto imballato), l'altro esterno è Florenzi e non Ljajic; Totti fa il centravanti e pure Destro stavolta resta a guardare. C'è Benatia, in tutto il suo splendore. Il franco marocchino è sempre uno dei migliori, se non altro per questa sua dirompente forza mentale che ha fatto la differenza lo scorso anno e che in questo mercato viene tradotta in possibilità di emigrare in altri lidi a cifre molto sostanziose, per lui e per il club. «Per me non c'è più da chiedere nulla su Mehdi: ha un contratto di altri quattro anni e basta», sentenzia il tecnico a fine partita. Come a dire: guai a chi me lo tocca. Ma sul domani non v'è certezza, viste le trattative ancora aperte. «Bisogna aspettare. Ma gli affari prima si fanno e meglio è per me, questo è chiaro», aggiunge.
GERVAIS E FRANCESCO
In attesa di Iturbe, Maicon e De Sanctis, più gli altri nuovi in via di inserimento, Rudi ritrova le sue certezze, Gervinho e Totti su tutti. L'ivoriano già corre come un matto: sì, come al solito sbaglia gol e qualche stop elementare, ma fa assist e segna l'uno a zero. E' già pronto senza aver mai lavorato con la squadra ma per conto suo. Totti è in tiro dal primo giorno di lavoro. Contro l'Eltendorf fa il centravanti, con il compito di innescare i compagni: prima manda in porta Gervinho con un colpo di tacco, poi gli fornisce l'assist del gol del vantaggio. Nella ripresa è lui stesso a siglare una doppietta, il primo con un cucchiaio dal limite dell'area, il secondo su rigore. Applausi.
PIANO PIANO, I NUOVI
Tra i nuovi arrivi, a rubare la scena più degli altri è Keita. «Ha una visione di gioco di altissimo livello. Sa già quello che deve fare prima che gli arrivi il pallone, e questo è sinonimo di intelligenza. Sarà soprattutto per i giovani. Da lui c'è molto da imparare: è un grande calciatore e un uomo straordinario», di lui dice Garcia. Il maliano non perde una palla, ha personalità e un sinistro di velluto. Nel finale di partita, un pezzo di bravura: sombrero in area su un avversario, tiro al volo, traversa. E Cole? Ti ruba l'occhio dalla metà campo in su, dietro si perde spesso e lascia qualche prateria. Altro nuovo in campo, Astori. Sembra in buona condizione, ottimo alter ego di Castan e partner di Benatia. Nella ripresa sfilata dei ragazzi, Uçan, Sanabria, Paredes, soprattutto Somma, che segna due reti, una su assist di Torosidis, un'altra su ribattuta del portiere dopo un tiro di Borriello. Nel giro delle sostituzioni non entra Ljajic, oltre che Iturbe, Destro, Nainggolan, Emanuelson, più i lungodegenti Balzaretti, Strootman e Castan. Adem lavora a bordo campo insieme agli altri, Garcia lo richiama in panchina, quasi pronto a mandarlo in campo. Ma non entra, quasi come gli è accaduto durante Roma-Napoli dello scorso campionato. Toccherà a lui a Vienna, così ha garantito il tecnico. A meno di clamorose sorprese (di mercato).
NO TAVECCHIO
Terminata l'analisi della gara e dello stato fisico della Roma, è il momento di calcio e politica. Garcia, che ne pensa di Tavecchio? «Io sono francese e in Francia le sue dichiarazioni hanno fatto molto rumore. E in senso negativo». Più chiaro di così.