LIBERO (F. P. GIORDANO) - Per Iturbe, era già pronto il biglietto aereo per Torino. Per Astori, Tare si sbilanciava senza tema di smentita: «Vuole solo la Lazio». Il fatto che i due si ritroveranno insieme nella Roma, è un mistero glorioso di Walter Sabatini. Il gringo del calciomercato: l’uomo che, mentre gli altri si azzuffano, spara una sola volta. A bersaglio.
E così, dopo aver soffiato Iturbe alla Juve, Sabatini sforna un altro colpo di teatro, inserendosi a sorpresa nella trattativa tra Cagliari e Lazio per Davide Astorie chiudendo l’affare: prestito a 2 milioni, con diritto di riscatto fissato a 6. Nella giornata di mercoledì, i biancocelesti, convinti di avere in pugno il giocatore, hanno optato per un dietrofront tattico,nella speranza di costringere i sardi ad abbassare la richiesta di 7 milioni. È stato un grosso errore, di superficialità, perché il ds giallorosso era in agguato e ha fiutato il momento giusto per giocare l’amaro scherzetto. Non appena la voce del “ratto di Astori” è rimbalzata, una cinquantina di tifosi della Lazio ha chiesto un confronto con Tare. Il ds, che ha avuto un colloquio con il suo omologo cagliaritano in un tentativo disperato di rientrare in gioco, ha detto di essere pronto a dimettersi se dal mercato non arriveranno i rinforzi che la Lazio aspetta. Anche Lotito, ieri in Lega con i presidenti di A, ha avvicinato il numero uno dei sardi Giulini per salvare il salvabile e evitare uno smacco difficile da digerire.
Uno scippo che ha incrinato ancora di più il rapporto tra il presidente biancoceleste e i tifosi, che a suon di slogan invitano la gente a non andare allo stadio. Ne esce vittorioso Sabatini, l’uomo del momento, l’artefice di un mercato ribelle e vincente. Il ds che, dimenticate le contestazioni del passato, non ha più sbagliato un colpo da quando si è liberato della figura ingombrante di Franco Baldini.
Mentre le altre squadre pasticciano e faticano a imporsi sul mercato, la Roma si è già rinforzata rispetto allo scorso anno, allestendo una squadra che è un mix convincente di esperti a parametro zero (Cole, Keita, Emanuelson) e giovani. Nemmeno Garcia si è nascosto, ponendosi come obiettivo lo scudetto,ma la Roma può fare molta strada anche in Champions (bene il successo in amichevole per 1-0 contro il Liverpool), grazie a un ricambio all’altezza per ogni titolare: Benatia e Astori hanno due ottimi sostituti in Castan e Ucan, se esce De Rossi entra Keita, Strootman, Nainggolan e Pjanic possono permettersi di riposarsi a turno senza che la qualità del centrocampo cali, la panchina potrebbe avere il lusso di ospitare gente come Florenzi e Destro.
Senza dimenticare che agli ordini di Garcia ci sono giovani promettenti, tutti under 21, capaci ricalcare le orme di Marquinhos e Lamela: Leandro Paredes, trequartista del ’94, Antonio Sanabria, attaccante del ’96, Petar Golubovic, terzino del ’94, Tomas Svedkauskas, portiere del’94. E poi chissà, il mercato è ancora lungo e Sabatini potrebbe sparare un’altra cartuccia. Nel frattempo, la pista Shaqiri si raffredda (il fantasista svizzero ha escluso un suo addio al Bayern Monaco): un motivo in più per trattenere a Roma Adem Ljajic, che ha espresso la sua volontà di rimanere.