Gervinho, il sole nella pioggia

06/02/2014 alle 09:34.
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IL ROMANISTA (V. META) - L’uomo della pioggia, anzi il Giaguaro. Nella notte che rimette di fronte Roma e quattro mesi il 2-0 che aveva provocato i primi scricchiolii nella squadra di Benitez, è ancora Gervinho a spaccare in due una partita che sembrava in cassaforte e che invece si era clamorosamente riaperta. Il 3-2 non è un’ipoteca sulla finale, mercoledì prossimo al San Paolo ci sarà da combattere, ma con la certezza, casomai gli sbandamenti difensivi lo avessero fatto dimenticare, che quando c’è l’ivoriano tutto è possibile. Dopo il mezzo allenamento sotto la pioggia di domenica col Parma, aveva l’imbarazzo della scelta: la spunta a centrocampo, mentre in avanti si rivede dal primo minuto insieme a e Gervinho. Benitez, che invece il lo professa senza imbarazzo, lascia in panchina il suo uomo più in forma (Mertens) per ridare una chance da titolare al contestato Insigne, mentre in mediana Jorginho sostituisce Dzemaili accanto a Inler. Da segnalare il ritorno all’Olimpico di De Marco, questa volta a bordo campo in veste di quarto uomo.

Il deve rifarsi un’immagine dopo le tre sberle di Bergamo e si vede, perché passa i primi dieci minuti nella metà campo della Roma, che lascia sfogare e aspetta. Al 5’ Insigne riceve palla sulla trequarti, arriva sul fondo e mette in mezzo un cross basso che intercetta sulla linea e si prende gli applausi. Esaurito l’impeto iniziale, la Roma colpisce alla prima occasione: verticalizzazione di prima intenzione di per Gervinho – un gioiello -, stop, cambio di passo, Reveillere, Albiol e Reina saltati con una sola mossa e pallone in rete con un tocco di . Il Giaguaro è in gran forma e lo dimostra una manciata di minuti più tardi, quando va a sradicare la palla dai piedi di Jorginho in piena area della Roma. È sempre lui a ispirare la bella azione in contropiede del 21’, palla a al limite dell’area e violento che Reina respinge con i pugni. Il prova a rispondere con un’azione insistita in area, è bravo a intervenire su Jorginho, poi Callejon rimette in mezzo per Inler, il cui dal limite finisce altissimo. Più pericoloso il cross con cui Higuain poco dopo cerca la deviazione di Callejon, lo spagnolo non arriva per poco in scivolata.

È passata da poco la mezz’ora quando la pioggia comincia a cadere più intensa, la cornice ideale per uno come : controllo sulla trequarti, due passi e sinistro da artiglieria pesante che sibila dove Reina non può arrivare. La squadra di Benitez è alle corde e rischia di prendere il terzo, ma prima (sinistro da lontano), poi ( sull’esterno della rete su assist di Gervinho) non trovano la porta. Si torna in campo dopo l’intervallo, ma qualcosa della Roma resta negli spogliatoi. Qualcosa che ha a che fare con l’attenzione in difesa, perché dopo un minuto e dieci secondi Insigne riesce a trovare l’imbucata sulla sinistra per servire Higuain, che da posizione defilata batte sotto gli occhi di un inerme . La risposta della Roma è affidata al di , che ci prova per tre volte in cinque minuti, sempre dal limite dell’area: la prima volta ci mette una mano Reina, le altre due la palla è fuori.

Al quarto d’ora prova a dare una scossa inserendo per (che, diffidato e ammonito, salterà il ritorno) e poi per , ma la mossa giusta la fa Benitez, che al 21’ cala l’asso Mertens. Non passano cinque minuti che l’ex compagno di ai tempi di Utrecht e Psv trova un corridoio spalancato al centro, riceve da Higuain e scaglia in rete un che può solo guardare. Due gol nella stessa partita, sul suo campo la Roma non li aveva mai subiti. I giallorossi si buttano avanti in cerca del gol che permetterebbe di andare a con il cuore un po’ più leggero, ma le idee sono confuse e allora bisogna aspettare il 43’ perché vinca un contrasto anticipando Callejon sulla trequarti difensiva e serva sulla corsa , scabio di prima intenzione con e poi apertura (sempre di prima) sulla destra per Gervinho, che sul primo palo non deve sbagliare e non sbaglia.