Vittoria rotonda e convincente della Roma contro il Catania ultimo in classifica: con i siciliani finisce 4-0 e si arriva al match con la Juventus a -5, con un Destro ritrovato, un Totti rigenerato e un Benatia capocannoniere inedito.
Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
Il Corriere dello Sport - G. Dotto
Lo so, dovrei parlare di Roma, di Juve, di Babbo Natale. Nel giorno in cui Rudi Garcia ha voluto dare il segnale forte di quanto lui per primo ci crede, giocando con uninfinità di attaccanti. Ma voglio parlare di quel pazzo adorabile di Gervinho. Riuscire a prendere quel palo con tutta la porta spalancata davanti che tinghiotte come la bocca di una matrona felliniana è roba da fuoriclasse vero, anche se un po strambo. Un virtuosismo lunare, da circo. Sono quegli sprechi assurdi di genio, come utilizzare la propria memoria ciclonica per ricordare lelenco del telefono. Ma, sempre genio è. Per non parlare del gol. Chiedetelo a Messi o a Ronaldo di segnare di sinistro tirandosi addosso con il destro. Solo a dirlo, ti sintrecciano le sinapsi. Lo puoi chiedere a un funambolo di Copacabana e non sai se riuscirà. Ma Gervinho è anche il giocatore che spiove in ogni parte del campo, a destra e a sinistra, arriva lieve inseguito da mandrie di bufali ansimanti e qualcosa capita sempre. Con lui in campo, lallegria è garantita e veramente gli auguriamo il massimo della felicità a lui e alle sue tre, deliziose bambine. (...) Ora, meno tredici. Tredici giorni per fantasticare questa Juventus-Roma. Sono tanti, troppi, e si rischia lingorgo (...)
Il Messaggero - M. Caputi
Se è vero che ciò che si desidera bisogna saperlo attendere, allora dovremo aspettare sino al 5 gennaio per goderci lo spettacolo di Juventus-Roma. La sfida esaltante e agguerrita che caratterizzò gli anni Ottanta, si ripropone ora in maniera decisa e inaspettata, lasciando presagire che sarà intensa e combattuta come allora. A Torino, dopo la pausa natalizia, si troveranno di fronte le due protagoniste assolute di questo campionato. Una capace di superare il proprio miglior rendimento assoluto da quando ci sono i tre punti, laltra autrice del record di dieci vittorie iniziali e tuttora imbattuta nel torneo. A guardare i numeri è incredibile che, con 41 punti in 17 gare, i giallorossi non siano primi e che i bianconeri, con 46, non abbiano fatto il vuoto assoluto. Juventus e Roma, forti e dominatrici, addirittura simili nelle profonde diversità. (...)
In questa stagione alla compattezza dei reparti, allorganizzazione in ogni zona del campo e allintensità, la macchina juventina ha aggiunto due elementi in più: Tevez e Llorente. La Roma, abbandonate le strade alternative, ha trovato la soluzione con un allenatore che, con semplicità e decisione, sapesse motivare e guidare giovani di valore e elementi desperienza e personalità.
La Juventus è solida, potente e micidiale con due risolutori in avanti, la Roma è compatta, armoniosa e fantasiosa, segnano in tanti e non ha bomber a doppia cifra. (...)
La Repubblica - G. Mura
Juve e Roma sembrano di un altro pianeta, anche se il campionato è uguale per tutti. Diverso il rendimento: la Juve ha vinto le ultime 9 partite, la Roma aveva vinto le prime 10, ed è ancora imbattuta. Appuntamento il 5 gennaio a Torino. (...) Bisogna ringraziare la Roma perché sta tenendo vivo un campionato che, senza di lei, la Juve avrebbe già messo in cassaforte. Un campionato in cui non basta dopo 17 turni essere imbattuti e aver collezionato 41 punti (media da scudetto), perché la Juve sta cinque punti più sopra e il 5 gennaio riceverà la Roma. Se la batte, buonanotte ai suonatori. Ma anche un pareggio basterebbe a tenere a distanza la prima inseguitrice. Solo una sconfitta rimetterebbe in discussione lo scudetto. La sfida più importante del girone dandata càpita dopo la sosta invernale, quella che fa più paura agli allenatori. Perché da viaggi, cenoni, veglioni può uscire indebolita la forma dei giocatori e quindi la compattezza della squadra. Non di molto, magari, ma spesso sono i piccoli dettagli a fare la differenza. (...) Probabile che mantenga Gervinho fisso a destra per impensierire Asamoah, che spesso fa da rampa di lancio sulla sua corsia. Certo è che le due squadre giocano da squadra, pur con caratteristiche diverse. Il goleador della Juve è Tevez, un attaccante, della Roma Benatia, un difensore, con Gervinho, Strootman e Florenzi: nessuno dei quattro è uno specialista. Forse non ci sarà Pirlo e Totti non è ancora lui, ma gli ingredienti per una grande partita ci sono tutti. (...)
Corriere della Sera - M. Sconcerti
(...) In compenso la Roma continua a cambiare gioco, uomini, senza cambiare risultati. Dal punto di vista tecnico è la scoperta dellacqua tiepida, tutto è sempre molto semplice, molto istintivo. Ma tenerle dietro è quasi impossibile. Non è un gioco moderno, è puro gioco del calcio, per questo a volte si ferma. Ma funziona.
Gazzetta dello Sport - F. Bianchi
Piacciono, divertono, vincono, volano. E chi le prende più? Juve e Roma, la grande fuga. In attesa della super sfida diretta del 5 gennaio a Torino. Una fuga senza precedenti. Dal 9495, inizio dellepoca dei 3 punti , nessuna coppia di testa ha collezionato tanti punti in 17 giornate: 87. E solo in unoccasione la terza era più lontana dalla prima: si trattava del Palermo 200607, che aveva 11 punti di distacco dallInter. Ok, ma qui nellultimo gradino del podio cè il Napoli di Benitez, Higuain e Callejon. Una corazzata rimasta sui pedali. Che non ha tenuto il passo. E ora sta a 10 chilometri dal traguardo bianconero. E a 5 dalla Roma. Un abisso che a meno di cavalcate e/o tonfi clamorosi non si colmerà. Ci sono 5 punti di differenza anche tra la Juve e linseguitrice. Un gap che non è certo dettato dalla differenza di qualità. La Roma, come la Juve, gioca un ottimo calcio e non ha nulla da invidiare ai bianconeri in fatto di uomini. Anzi. Solo che la banda Conte è un rullo compressore di una regolarità impressionante. E più cattiva, determinata, ha una manovra asfissiante. E non lascia punti per strada quando può prenderli. Solo in Italia purtroppo. Ma questa è unaltra storia. La creatura di Garcia è partita col turbo, nello sprint è andata più veloce della Juve. E gli spettatori facevano oohhh per la spettacolarità delle sue trame. Ha cominciato a frenare quando si è cullata nella sua superiorità tecnicotattica. E ha scoperto che, a volte, non basta per chiudere le partite. Come a Bergamo. Come a San Siro contro un Milan palesemente inferiore che è riuscito con la rabbia a prendersi un punto. Ora Garcia ha una freccia in più nel suo arco: Mattia Destro. Dopo il rientro, 3 gare e 3 gol. (...)