IL ROMANISTA (M. MACEDONIO) - Sono venuti in tanti, i tifosi giallorossi, da Roma ma anche dai luoghi di vacanza sul litorale laziale, così come dalle località dellUmbria o dellAbruzzo. Unoccasione per vedere la squadra
Come allora, anche oggi una lunga fila di macchine allingresso in città (per fortuna, il Liberati è a poche centinaia di metri dalluscita dalla superstrada), tra bandiere e maglie giallorosse che si mescolano, anche oggi come allora, a quelle dei tifosi di casa. Anche limpianto non è molto diverso da quello di quarantanni fa, e viene da chiedersi se una squadra che milita in serie B non meriti qualcosa di meglio. Sono circa ottomila gli spettatori presenti, più o meno equamente distribuiti tra le due tifoserie. Singolari gli striscioni che identificano i gruppi rossoverdi (Generazione sconvolta e Menti perdute), la cui voce è quasi sempre coperta, però, da quella degli ospiti. Che sembrano guardare soprattutto ai propri colori (Quello contro Osvaldo uno dei cori più gettonati nel pre-gara).
Lunico momento di attenzione verso i supporters locali arriva intorno alla fine del primo tempo, con un Siete tutti perugini, che viene ovviamente vissuto come un vero insulto dai tifosi ternani. Che rispondono con lo stesso coro che era stato rivolto a Osvaldo, ma sostituendo romanisti al nome dellattaccante. Pochi altri i momenti di interesse nei primi 45 minuti, se si eccettuano i tre gol con quello del pareggio salutato da unovazione dei sostenitori rossoverdi, prontamente zittita dal nuovo vantaggio romanista e il time-out sì, proprio quello che conosciamo nel basket che si è avuto intorno alla metà del tempo (un paio di minuti di pausa per rinfrescarsi sotto tanta calura), quasi una novità assoluta su un campo di calcio.
Una giornata calda, dunque, più per le condizioni meteo che per qualche tensione sugli spalti. Anche se, purtroppo, non ci si è fatti mancare una rissa prima dellinizio della gara e un paio di puncicate, delle quali sembra non si possa mai fare a meno. E dire che a placare eventuali bollori, fossero essi dovuti al caldo o al tifo, ci avevano pensato anche i vigili del fuoco, che nel prepartita avevano sottoposto il parterre della curva rossoverde a ripetuti getti di un idrante. Una pioggia salutare quanto desiderata, che avrebbe fatto bene anche a chi era fuori dello stadio, con qualche coltello di troppo e tanto cervello in meno.