CORSPORT (M. VIGGIANI) - Cera una volta un ippodromo che si chiamava Tor di Valle. Anzi, cè ancora, in attesa dello stadio che verrà, o che almeno dovrebbe venire, della A.S. Roma. Solo che lo stanno facendo a pezzi, nonostante nelle sue strutture sia ben presente una riserva indiana abbastanza numerosa di cavalli e allenatori.
Dove eravamo rimasti? Ah, sì: al 26 giugno, quando prima dal gruppo Parnasi era stato ufficializzato lacquisto dei terreni di Tor di Valle con la propria societ-veicolo Eurnova, e contestualmente la Sais, a quel punto ex proprietaria degli stessi, annunciava che dall1 luglio non sarebbe stato più possibile utilizzare le piste, e che entro il 6 tutti i locali, compresi i box, avrebbero dovuto essere liberati. Sul momento sembrava poi che entro il 15 la struttura avrebbe dovuto essere consegnata alla Eurnova, invece questo termine ultimo è stato aggiornato (mai ufficialmente, nero su bianco con un comunicato per capirci) al 30, quindi a martedì prossimo.
In assenza di cavalli allinterno degli stessi, nel pomeriggio sono stati asportati i recinti metallici che oltre la vecchia mensa delimitavano i primi due dei mini paddock utilizzati per tenere sciolti i cavalli in spazi che non siano quelli angusti dei box. Piccolo particolare: negli altri paddock i cavalli cerano e Gagliardo Tab, al rumore infernale della fiamma ossidrica sul metallo da tagliare, sè spaventato in modo irrefrenabile. Il trottatore della famiglia Pettinari ha urtato con tale violenza sui tubi da piegarli di brutto e si è procurato un vasto ematoma allanteriore sinistro: curato con un paio di infiltrazioni, doveva correre martedì prossimo a San Giovanni Teatino, ma sarà dura che possa recuperare in tempo. In ogni caso, potrebbe esserci unazione legale per i danni fisici procurato al povero Gagliardo Tab.
E sì, perché laltro aspetto paradossale è questo: allenatori e proprietari occupano ancora le strutture per un contratto ancora vigente che riguarda laffitto delle stesse e la fornitura dei servizi, e invece nonostante tutto dalla fine di febbraio sono stati lasciati senza elettricità, garantita solo da generatori propri, e da luglio non usufruiscono più di pista da corsa e quelle di allenamento, con i cavalli che in qualche modo vengono tenuti in esercizio nellanello a ridosso della scuderie, prima usato solo per farli passeggiare, in quello che ormai è tutto un cantiere. Come se non bastasse, in questi giorni sono stati minacciati di essere privati anche dellacqua, ed è stato ipotizzato di divellere anche le porte dei box: ci piace pensare che siano state solo parole volate con eccessiva leggerezza.
«Qui sembra di stare ad Alcatraz» , urla Antonio Pignatelli, uno degli allenatori della riserva indiana di Tor di Valle. Aggiungendo: «Niente premi da settembre, io non ho i soldi per trasferire i cavalli da unaltra parte: nei centri privati mi chiedono due mesi di affitto anticipati a garanzia. Era stata definita una transazione a indennizzo delluscita forzata di cavalli e attività, perché questi soldi non ci vengono dati? Chi ce li darà? E quando?» . In attesa del futuro a Capannelle ( «Niente trotto a Roma? I miei proprietari hanno venduto i loro cavalli» , dice Emanuele Pettinari), sarebbe bene che qualcuno si occupasse del presente a Tor di Valle.