IL TEMPO (T. CARMELLINI) - A volte tornano e quando lo fanno la differenza si sente eccome. Trascorso Oltreoceano l'anno sabbatico dopo l'addio al Barça, Pep Guardiola ha deciso di tornare ad allenare una squadra di calcio
Ora, otto mesi dopo, Guardiola è pronto a ripartire e il solo annuncio del suo rientro nel mondo del calcio ha innescato una reazione a catena di proporzioni mondiali. Tutti lo vorrebbero sulla panchina della propria squadra, ma lui non ha ancora sciolto le riserve, né fatto capire dove, chi e come allenerà nel prossimo futuro. «Sì, la prossima stagione tornerò ad allenare. Ancora non so con quale squadra, ma ricomincerò - ha spiegato l'ex tecnico blaugrana nella conferenza che ha preceduto la cerimonia di consegna del Pallone d'Oro - perché sono giovane, ho 41 anni. Ho spiegato i motivi della mia decisione, il resto non mi interessa». E parte il tutti contro tutti, dopo le lusinghe del Brasile che lo voleva alla Seleçao, con il Psg e il Chelsea in agguato, ma soprattutto la Premier League in pole position: forte dei suoi investitori con le due sponde di Manchester in prima fila per portare a casa l'ex tecnico del Barcellona delle meraviglie. Difficile immaginarlo in un altro posto (c'è anche però un'ipotesi Bayern Monaco), ma la sorpresa potrebbe essere proprio l'Italia: o meglio la Roma.
Il grande rapporto di amicizia tra Baldini e Guardiola è noto, i due sono rimasti sempre in contatto e già al momento del suo ritorno a Trigoria l'attuale dg giallorosso aveva provato il colpo grosso: portare l'ex giocatore della Roma nella Capitale ma stavolta in panchina. Momento sbagliato, congiuntura astrale non ottimale e la società, proprio dietro suo consiglio, ripiegò sull'asturiano Luis Enrique. Ma i rapporti non si sono mai interrotti, Baldini ha continuato a «corteggiare» l'amico Pep con il quale, nel recente passato, si è anche incontrato a New York. Affinità elettive le chiama qualcuno, chiaro il feeling tra i due, ed è questa una delle speranze della Roma che sogna l'arrivo di Guardiola per il dopo-Zeman. Difficile, molto difficile, ma non impossibile.