De Rossi, Osvaldo e Zeman: capire e farsi capire

15/10/2012 alle 09:36.

CORSPORT (A. MAGLIE) - Il calcio è un gioco di specchi: nel giro di pochi giorni i reprobi diventano eroi; De Rossi e Osvaldo che non “remavano” con la Roma, remano con profitto per la Nazionale, spiazzando i “partiti” che erano nati dopo la loro esclusione dalla squadra anti-Atalanta; le ragioni di Zeman smentite da quelle di Prandelli. Il fatto è che in certi casi più che per qualcuno bisognerebbe parteggia

 

Zeman non li ha ritenuti “idonei” avendoli visti, negli allenamenti, distratti, poco interessati alle “magnifiche sorti e progressive” della squadra giallorossa. Se lo dice sarà vero. Come sarà anche vero il fatto che gli allievi non sono riusciti ancora a metabolizzare i complicati insegnamenti del “maestro boemo”, ma i maestri sono tali se non si limitano solo a insegnare ma cercano di capire: cosa gli allievi possono dare e a quali condizioni. (...) Zeman dice che non ha alcuna intenzione di definire le sue scelte in virtù di gerarchie pregresse, non riconosce rendite di posizione. Discorso giustissimo ma qualcosa non torna se poi i due all’indice dimostrano con altra maglia di non essere intenzionati a vivere di rendita. E soprattutto di poter essere utili a qualsiasi causa.



Nessuno nega che il football nella “versione” zemaniana possa regalare straordinarie emozioni ma le sue intuizioni hanno finito spesso per perdere di efficacia nel momento in cui sono state trasformate in dogma. Il calcio nelle sue logiche a Roma o Milano o Torino non è diverso da quello di , Foggia o Licata; diverse, però, sono le condizioni. Non si può solo pretendere che gli altri capiscano, bisogna pure farsi capire. (...)