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Le regole del sergente di «Full Metal Jacket»

27/02/2012 alle 09:29.

IL TEMPO (S. MANNUCCI) - Ai tempi della leva obbligatoria, tutti avevamo paura di imbatterci in un Sergente Hartman. Ricordate il sottufficiale feroce e non particolarmente brillante di "Full Metal Jacket"? Quello che terrorizzava le reclute infliggendo loro punizioni assurde? Quello che tormentava il povero Palla di Lardo e il più scaltro Joker? Noi soldatini avevamo il cuore in gola quando tornavamo in caserma dalla libera uscita, e magari avevamo tardato di un’inezia. Scattava la consegna, e ti sentivi uno schifo d’uomo: c’è sempre un Sergente Hartman, in ogni gruppo chiamato a lottare.

Ora, diamo per buona la versione della società (diversa da quella dell’asturiano: la comunicazione non è il massimo neanche stavolta)sul mancato utilizzo di a Bergamo. Si parla di un ritardo di "cinque minuti cinque" alla riunione tecnica del mattino. Se, e sottolineiamo se, i motivi sono questi, siamo alla follia del Sergente Hartman. Certo, far aspettare il resto della squadra e i dirigenti può non essere il massimo del galateo, ma non si parla di ore né di mancanza di rispetto. Capitan Futuro è un investimento per la Roma, in campo ha sempre buttato cuore e polmoni oltre l’ostacolo, e di fronte alla possibilità di invecchiare altrove a peso d’oro ha preferito i colori di una vita. A che è servito mortificarlo così platealmente? Siamo certi che non fosse rimasto al telefono con la figlia, o che fosse alle prese con una pipì urgente, o che l’ascensore dell’albergo fosse occupato? Che genialata è stata, da parte dell’allenatore, trasmettere nervosismo e sconcerto alla squadra a due ore dalla partita, con i giocatori a lucidarsi gli scarpini negli spogliatoi per non finire in cella di rigore? Le regole sono alla base di ogni gruppo umano, certo: ma vanno applicate con sensatezza. Sarebbe bastata una multa, una lavata di capo a porte chiuse, una tirata d’orecchie. Ma l’asturiano voleva far valere il grado: segno di scarsa autorevolezza. I latini dicevano: "Tanti est exercitus, quanti imperator". Il valore di un esercito è quello del suo condottiero. Appunto.