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IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Julio Sergio o Doni, non si scappa. Complicato vedere ancora Bogdan Lobont tra i pali della Roma. Claudio Ranieri in vista della partita contro il Cesena conta sul recupero del suo titolare, ma è pronto a mandare in campo Doni. Lobont contro lInter, laltra sera a Milano, ha dimostrato tutti i suoi limiti, entrando in negativo in almeno due gol su tre della squadra di Rafa Benitez. Al momento, allOlimpico il rumeno è impresentabile.
Un po come accadeva, circa un anno fa, a Artur. In novanta minuti, Lobont sè giocato tutta la dote. E pensare che pur di averlo ancora a Trigoria, la Roma ha speso 800 mila euro per acquistarlo dalla Dinamo Bucarest. Una cifra importante, considerato il budget giallorosso, per accontentare una precisa richiesta dello staff di Ranieri. Allinterno del quale, è corretto ricordarlo, cè chi aveva chiesto il riscatto di Curci sentendosi rispondere che la piazza non lavrebbe accettato.
Julio Sergio o Doni, insomma. Il primo è alle prese dall11 agosto con un infortunio misterioso o quasi (unelongazione del muscolo, uno stiramento o cosaltro?), e il suo recupero non è certo. Sembrava potesse giocare contro lInter, invece niente. Oggi alla ripresa degli allenamenti se ne saprà di più. Ranieri, arrabbiato e perplesso per la gestione dello stop di Julio Sergio, ha da tempo stabilito le gerarchie: Bertagnoli, Lobont e Pena, nellordine, davanti a Doni, fino allaltro giorno relegato nel Gruppo B, quello dei probabili partenti, dei mal sopportati. Ma, vista la situazione e la terrificante prestazione del rumeno a Milano, le cose sembrano cambiate, con lex portiere titolare (che qualcuno a Trigoria ha etichettato come mela marcia) schizzato verso lalto, non per meriti propri ma per demeriti altrui. E la faccenda, se ci pensate bene, è singolare e pure un po triste.
Doni, intanto, non ha alcuna remora o paura di tornare tra i pali della Roma, già a partire da sabato sera. Tornando da Milano, laltra notte, ha confidato le sue certezze. «Sono pronto al cento per cento. E una gran voglia di tornare a giocare, a sentirmi importante per questa squadra. E voglio ringraziare Totti per le parole che ha speso laltro giorno sul mio conto. Ho vissuto brutti momenti, ma dopo linfortunio al ginocchio, che ormai è passato, mi sento pronto per poter dare il massimo con questa maglia, alla quale ho dato e ricevuto tanto».
Parlava da romanista a tempo indeterminato: non si sente in partenza. «Voglio vivere il presente anche perché il domani non dipende più da me, ma soprattutto dalla Roma. I dirigenti mi devono dire se vogliono che io resti oppure no. Ad oggi non ho sentito nessuno e non so nulla, perché nessuno mi ha detto qualcosa. Io lo ribadisco: ho voglia di restare, di giocarmi al meglio le mie carte e di ritagliarmi un posto in questa squadra. Sto lavorando proprio per questo: per convincere tutti, Ranieri in primis, che possono ancora contare su di me».
Ha una personalità forte, Doni: chi lo conosce lo sa, e per questo lo apprezza. Dice di non avere problemi in squadra (e le parole di Totti lo confermano): «Mi sento carico e orgoglioso di essere in armonia con tutti: compagni, staff, dirigenti. Anche se ho passato dei brutti momenti, non ho mai avuto uno screzio o un diverbio con nessuno, eccezion fatta con Panucci quella volta a Udine. Unincomprensione, tra laltro, risolta in un giorno. Se poi qualcuno ha detto cose sbagliate sul mio conto, non ne faccio un problema: vado avanti per la mia strada. Daltronde il calcio è un po come la vita: a volte si sale, altre si scende. Bisogna sempre saper prendere il meglio e usare un pizzico di filosofia. Io sono pronto per prendere il meglio di quello che il destino mi riserverà».