IL ROMANISTA (T. RICCARDI) - «OLÈ, OLÈ, olè, olè, Riise, Riise». Sè sentito questo coro, giovedì sera, in quellorrenda serata di coppa. Sè sentito, eccome, quel coro. Annunciava un pericolo, una botta, uno strappo: la punizione di John Arne Riise. Tutti sanno, ormai, che da quel sinistro al tritolo qualcosa di pericoloso esce sempre fuori. E il popolo lo invoca. Succedeva anche con Di Bartolomei, che però era destro, oltre che una bandiera vivente.
Col Panathinaikos lui, il gialloroscio, è stato uno degli ultimi ad arrendersi. Non solo per il gol dellillusorio vantaggio,
anche per lapporto costante dato nei novanta minuti, senza contare che la rete di De Rossi è stata propiziata da una sua conclusione dalla distanza. Lavete vista la sua faccia dopo il tocco di Danielino sottomisura? Non vedeva lora di rimettere la palla in mezzo al campo, per andarsi a prendere una qualificazione già compromessa. Avessero avuto tutti il suo atteggiamento, forse, staremmo qui a celebrare unimpresa.
A Napoli, Ranieri conta anche su di lui. Riise è quello che ha firmato la prima vittoria della nuova gestione tecnica
(a Siena, guarda caso su punizione). Anche da lui può arrivare la riscossa. Cmon, John.