E' il giorno di Tiago Pinto: il nuovo General Manager della Roma, arrivato ufficialmente con l'inizio del 2021, ha dovuto trascorrere i primi giorni nella capitale in isolamento per la positività al Covid. Ieri per il dirigente portoghese c'è stato il ritorno a Trigoria, dove ha assistito all'allenamento della squadra e venerdì è in programma il suo debutto sugli spalti dell'Olimpico, in occasione del derby. Oggi, invece, viene presentato in conferenza stampa, come da normative Covid senza la presenza fisica dei giornalisti.
La conferenza si apre con queste parole di Tiago Pinto, in italiano: "Buongiorno a tutti, vorrei rispondere alle vostre domande in italiano ma sto ancora studiando la lingua per conoscere meglio la lingua. Risponderò in portoghese per essere più chiaro. Grazie".
Le sue sensazioni in questi primi giorni a Roma?
"Sono molto felice di essere qui e molto motivato per questo progetto. Confesso che i primi giorni non sono stati facili perchè ho lavorato da casa e un conto è lavorare con video-call, uno essere presente sul posto. Fortunatamente da ieri sono a Trigoria e ho potuto lavorare con tutto lo staff, per questo sono molto felice. Le prime sensazioni non possono che essere positive"
Cosa l'ha convinta a lasciare il Benfica?
"Come già sapete, i giornalisti italiani sono stati molto bravi e hanno svolto un ottimo lavoro di indagine, la mia storia col Benfica è stata importante. Mi hanno convinto a prendere questa decisione i colloqui avuti con Dan e Ryan che mi hanno davvero motivato, mi hanno convinto di poter essere un elemento importante per trasformare in realtà quelle che erano loro idee e rendere la Roma una squadra sempre più competitiva e di vincere dei titoli"
Non si vince un trofeo dal 2008. Cosa si deve aspettare la tifoseria: investimenti per provare a vincere da subito o un progetto più futuribile?
"Grazie per la domanda, in Italia tutti si sono resi conto del grande sforzo di Dan e Ryan per mantenere la sostenibilità del club. Questo è un progetto a medio-lungo termine, la sostenibilità è importantissima se si vuole vincere in futuro. Nessuno nel calcio è in grado di stilare un calendario di quando si vincerà. Quello di cui sono certo è che c'è un'ambizione grande, a lungo termine ma anche quotidiana, tutti devono fare meglio giorno dopo giorno. I calciatori ogni giorno devono essere migliori. Le prestazioni devono crescere di partita in partita. Se saremo in grado di fare questo, sicuramente i risultati e i titoli arriveranno. Ma è importante comprendere che la sostenibilità di un progetto è imprescindibile se si vuole vincere in futuro e soprattutto in maniera costante"
Fonseca ci ha detto che ha chiesto dei giocatori. Come va il rinnovo di Pellegrini?
"Col mister non abbiamo il problema della lingua, evidentemente... Sul mercato stiamo lavorando in team, tutti insieme, per trovare le soluzioni migliori per la Roma. E' un progetto a medio-lungo termine ma stiamo lavorando per trovare le soluzioni migliori per rendere questa squadra più competitiva. Su Pellegrini non c'è alcun dubbio, come vedrete nel tempo sono una persona trasparente a cui piace sempre dire la verità: il ragazzo incarna il nostro progetto. E' giovane, ha talento ed è profondamente legato alla Roma. Presto faremo quello che serve per chiudere il rinnovo"
La vittoria di un titolo pensa che possa arrivare in tempi relativamente brevi?
"In parte ho già risposto, ribadisco che nel calcio e nello sport in generale è impossibile stabilire quando si vincerà. Ci sono esempi di squadre in Europa che hanno investito fortemente, ma poi non hanno vinto l'anno successivo. Nel calcio le cose non funzionano così. Stiamo lavorando per rendere la Roma sempre più competitiva e portarla sempre in lizza per vincere nelle fasi decisive delle competizioni. Se lavoreremo con lo spirito di migliorarci giorno per giorno saremo più vicini a questo obiettivo"
Con Pallotta non sono arrivati trofei e si è dovuto vendere i giocatori per mantenere il bilancio in equilibrio, senza riuscirci
"Sarebbe bene prestare la massima attenzione ai paragoni, i club sono diversi così come i contesti. La Roma vuole mantenere i propri migliori giocatori più a lungo possibile perché tutti sanno che così è più facile raggiungere gli obiettivi e vincere titoli, ma siamo tutti consapevoli della situazione che stiamo vivendo, tutti i club stanno cercando di reinventarsi dopo il Covid, ma vogliamo far crescere i nostri calciatori, farli migliorare, trattenerli il più a lungo possibile, ed essere competitivi per vincere"
Può confermare che la Roma dovrà fare importanti plusvalenze entro giugno per rientrare nei parametri del Fair Play finanziario?
"Non vorrei ripetermi ma il mondo è cambiato, ne abbiamo piena consapevolezza, sappiamo che sia in Italia che in Europa ci sono regole finanziare da rispettare. Ma siamo qui per lavorare in team e trovare le migliori soluzioni al momento giusto con l'obiettivo di vincere a medio-lungo termine. Questo vale anche per il mercato, sia a gennaio che in estate. Ma siamo tutti consapevoli, specialmente voi della stampa, che la situazione attuale è profondamente cambiata e neanche il calcio sfugge a questo discorso. Tutti dobbiamo saperci reinventare ed è qualcosa con cui dobbiamo fare i conti"
Che ruolo avrà Ryan Friedkin nelle scelte di calciomercato?
"Questo deve essere chiaro: lavoriamo di squadra, nessuno di noi si sente una superstar. Non è questo il mio modo di lavorare né quello dei presidenti. Il mio lavoro quotidiano riguarderà anche il mercato, che mi piace molto, ma lo farò sempre a stretto contatto con Dan e Ryan, ai quali spetta la decisione finale. Sono qui per lavorare, per far crescere la Roma lavorando in sintonia con tutte le persone che lavorano alla Roma e non affinché qualcuno tra qualche tempo possa dire "questo è stato un affare di Tiago Pinto", è sempre un lavoro di squadra"
Che tipo di struttura vuole creare? Nominerà un nuovo ds e un nuovo gruppo scouting?
"Per essere chiari, non arriverà nessuno come ds, il mio ruolo è di General Manager di tutta l'area sportiva ma arrivo qui per lavorare con tutte le persone che già sono qui alla Roma. La mia prima missione è chiara, quella di conoscere i miei collaboratori e dare il mio contributo, altrimenti mia presenza qui non avrebbe molto senso. Sullo scouting, ritengo che oggi un buon dipartimento scouting fa la differenza nel calcio. Sono cambiate molte cose in questi anni, anche a livello di analisi dei calciatori. E' fondamentale che lo scouting sia solido. Questo non significa che chi è già qui non lo sia, ma quello che è importante è che sia uno scouting della Roma, non di Tiago Pinto o di altri. L'importante è avere una banca dati più ampia possibile che ci permetta di prendere le migliori decisioni possibili"
Quante operazioni pensa di fare a gennaio e il numero di queste inciderà sul mercato estivo?
"(ride, ndr) Ancora una volta: siamo molto attenti sul mercato, lavoriamo intensamente tutti i giorni, c'è del lavoro invisibile che magari darà risultati a medio-lungo termine. Non so dire quante operazioni faremo ma stiamo lavorando intensamente. Aggiungo una promessa: da qui alla fine del mercato sarò disponibile a rispondere alle vostre domande su quello che abbiamo fatto o non fatto sul mercato affinché per chiarire quali sono state le nostre idee"
Cosa pensa del calcio di Fonseca?
"Fonseca sarà il quinto allenatore col quale lavorerò, conosco bene la sua carriera essendo portoghese, mi identifico nelle sue idee di calcio: offensivo, dinamico, fatto di possesso palla. Il calcio di Fonseca è quello che vogliamo"
Nella scelta del giocatore, qual è per lei il rapporto tra comparto dati e occhio umano?
"Credo ci voglia equilibrio, come spesso capita in altri ambiti della vita. Ci sono casi nel mondo come Midtjylland o il Bradford che si sono basati esclusivamente sui dati, un po' come nella pallacanestro, ma credo ci voglia equilibrio. E' evidente che oggi, non potendo viaggiare, bisogna dare il giusto peso anche ai dati. Filosoficamente apprezzo entrambi i fattori: l'occhio delle persone esperte che hanno giocato a calcio e sanno cogliere cose che noi che non abbiamo giocato non possiamo e al tempo stesso l'utilizzo dei dati e delle statistiche, che si avvalgono di strumenti molto raffinati"
E' vero che non aver pagato 1 milione di commissioni all'agente di Reynolds ha influito sull'affare?
"Non vorrei parlare del passato, ho il massimo rispetto per chi ha occupato questa posizione in passato alla Roma e non parlerò di nessun caso individualmente sulle commissioni. Gli agenti fanno parte del mercato e noi li rispettiamo, onoreremo tutti i nostri impegni però questo è un tema al quale dedicheremo la giusta attenzione"
Il ruolo del direttore sportivo classico è un concetto superato alla Roma?
"Ottima domanda, in portoghese abbiamo un modo di dire: 'è più importante discutere delle cose che del nome delle cose'. Intendiamo costruire un modello di gestione che ho già spiegato, sarò io a guidare le operazioni di mercato ma sempre di concerto con le persone che già lavorano a Roma e con Dan e Ryan, sempre coinvolti quando c'è da prendere decisioni importanti. Molto spesso ci si sofferma nel discutere sui titoli, sulle qualifiche, invece che sulla sostanza del lavoro. Sarò il General Manager, che sovrintenderà alla gestione sportiva, ma all'interno del modello che vi ho illustrato"