CENTRO SUONO SPORT - Paolo Berdini, ex assessore all'Urbanistica di Roma Capitale e grande oppositore al progetto dello Stadio della Roma, ha parlato ai microfoni della trasmissione 'Te la do io Tokyo' sugli ultimi sviluppi dell'inchiesta che ha portato tra gli altri agli arresti di Parnasi, Lanzalone, Civita e Palozzi. Queste le sue parole:
Il suo stato d’animo all’indomani della vicenda stadio della Roma?
"E’ una grande amarezza per un’occasione persa, per la città e per la Roma, di cui come sapete sono tifoso: se avessero accettato una mediazione onesta e intelligente che avevo proposto, cioè non costruire su terreni assolutamente ‘folli’ ma decisi dall’amministrazione, in modo da moltiplicare gli effetti sociali dell’investimento a questo punto avremmo già messo la prima pietra e non ci sarebbero tutte queste conseguenze, anche sul tracollo del management della Roma. Evidentemente si tende più verso la speculazione immobiliare che verso la moderna imprenditoria, che sta in Francia e in Inghilterra e anche a Torino e nella piccola Udine. Lì fanno stadi, non speculazione immobiliare"
Come mai si è inisistito su Tor di Valle?
"La risposta è nei numeri, Parnasi ha comprato il terreno per 40 milioni e con l'andata in porto della variante lo avrebbe rivenduto a 200. Se con un colpo si guadagnano 160 milioni (guarda caso quasi il debito che Parsitalia aveva con UniCredit) si va anche fino alla morte, finché non sbattono la testa tutti. E questa città va a fondo... Perché poi gli investitori seri vedono che non è il caso di investire su Roma, che sarebbe la città più bella del mondo"
Cosa succederà ora?
"Il tema è difficile, il caso di corruzione va dimostrato. Ma il Comune ha la possibilità di riaprire la trattativa con la Roma, riproponendo altre aree, magari quelle del primo screening. Mettendosi a tavolino per fare lo stadio, senza speculazione, di cui Roma ormai è stufa. Sarebbe un bel segnale di liberazione. Finalmente arriverebbe uno stadio moderno, come c'è in tutte le città d'Europa. Ci sono tutte cose stupende, che troviamo tutte al di là di Roma. Evidentemente qui non se siamo degni...
E' possibile continuare questo progetto?
"Sarebbe prudente per tutti, in primo luogo per la Roma, abbandonarlo. Se c'è intelligenza si può cercare un'altra occasione per la Roma, per Pallotta e per chiunque voglia investire per il bene della città, non per la speculazione"
Il suo posto è stato preso da Lanzalone. Lei è rimasto sorpreso da quanto è emerso dall'inchiesta?
"L'ho già scritto nel mio libro, appena conobbi Lanzalone mi dissero di stare attento, che aveva già incontrato la Roma a Londra, visto che lui aveva uno studio legale lì. Evidentemente si era iniziato a fare tutto alle mie spalle molto prima. Quando me ne sono accorto ho lasciato questa allegra combriccola che ha portato Roma al disastro".