IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Non una Roma bellissima, ma cinica e concreta quanto basta per portar via dal Dall'Ara tre punti importanti che fanno classifica, morale e mettono Juve e Napoli nella condizione di non poter sbagliare negli incontri in programma oggi e domani. E buttano un'altra volta tutti giù dal trespolo.
Anche con una Roma rabberciata, Garcia riesce a tenere il passo e a vincere una partita (la 16ª senza subire gol su 24 gare giocate in campionato) per niente facile contro il Bologna di Ballardini che, nonostante l'addio di Diamanti è riuscita a mantenere o forse a ritrovare, un'identità: insomma il Bologna ora, fatta la tara tecnica del gruppo, è una squadra vera e lo ha mostrato ieri contro la Roma.
Garcia stravolge la squadra. Senza Totti e Maicon infortunati, Torosidis influenzato e con la colonna di sinistra letteralmente a pezzi, il tecnico francese è costretto ad inventare. E lì dietro le scelte vanno sul «vecchio» Taddei ripescato dallo scantinato (non giocava titolare in campionato da 29 settembre 2012 Juve-Roma 4-1) e sul «giovane» Romagnoli. Novità anche a centrocampo dove stavolta il turno di riposo tocca (finalmente) a Strootman che salta la prima partita della stagione per scelta tecnica.
Cambia inevitabilmente il modulo, la Roma si mette 4-2-3-1 con Pjanic dietro all'unica punta, che spesso si trasforma in una sorta di 4-2-1-3. I due esterni, come sempre ormai, si scambiano spesso la posizione per non dare riferimenti alla difesa avversaria. La Roma ci mette poco più di dieci minuti a dare il senso alla partita dopo un avvio a testa bassa degli uomini di Ballardini che fanno quel che possono: chiudersi, per provare a ripartire in contropiede.
La manovra giallorossa è meno efficace del solito, forse complice anche l'assenza di Strootman al quale Garcia ha concesso un turno di riposo. I movimenti che spaccano lì davanti arrivano sempre da Gervinho, che non riesce ad arrivare in fondo praticamente mai, ma apre la difesa del Bologna e innesca i suoi. L'azione del vantaggio firmata Nainggolan (37') ne è la conferma: brusca accelerata dall'ivoriano, palla «no-look» a Pjanic e pennellata per il centrocampista belga che realizza il suo primo gol in giallorosso e porta a quattordici il numero dei marcatori romanisti in campionato (quindici coppa compresa). Non male.
La Roma, come sempre ormai, rientra dell'intervallo un po' distratta e deve stringere i denti prima di poter tornare a giocare il suo calcio.
Garcia allora cambia: dentro Strootman per Pjanic che fin qui era stata la testa pensante della squadra. Anche l'altro cambio di Garcia appare piuttosto conservativo: fuori Destro per Bastos che nel finale farà correre alla Roma un rischio clamoroso. Già, perché da questo punto in avanti la squadra giallorossa sembra tirare i remi in barca, pensa a portar via i tre punti importantissimi rinunciando però a giocare il suo solito calcio.
Succede così, come da programma, che i giallorossi prima sbagliano almeno due grosse occasioni per chiudere i conti (Taddei prima, due volte Bastos poi) e nel finale devono ringraziare prima De Sanctis (bella chiusura a terra su Ibson), poi la scarsa mira di Lazaros. Finisce così e i tre fischi di Massa arrivano come una liberazione per la Roma di Garcia che torna a casa con tre punti d’oro e lascia il pallino nelle mani di Napoli e Juve che oggi saranno costrette a vincere per non perder punti.