Ancora una notte e poi dalla Svizzera arrivera' il verdetto. Daniele De Rossi e la Roma conosceranno solo domani mattina la decisione della Commissione disciplinare dell'Uefa per la gomitata rifilata a palla lontana al capitano dello Shakhtar Donetsk
La probabile stangata dell'Uefa arrivera' infatti in un periodo in cui da un lato non sempre e' stato in grado di fare la differenza in campo, e dall'altro si e' sentito un po' abbandonato dalla tifoseria. Tanto da arrivare a uno sfogo pubblico al termine del derby vinto con la Lazio: "Le cose piu' belle sul mio conto mi tocca sentirle da fuori Roma, si vede che e' cambiato il vento. Qui non sono piu' difeso". Parole che il padre Alberto, tecnico della Primavera, ha cercato di interpretare come un segnale "di malinconia". "Ma sono momenti - ha spiegato ai microfoni di Tele Radio Stereo - Neanche lui vorrebbe mai affrontare un futuro lontano dalla Roma, ma e' ovvio che se c'e' stato un suo sfogo c'e' anche una causa. Daniele pero' e' uno che gioca per la squadra - ha quindi voluto sottolineare il papa' - e' stucchevole ricordarlo ma lui di questa maglia e' tifoso. Sente la Roma dentro di se'. E neanche io vorrei che arrivasse un momento in cui dovesse discutere il suo futuro nella Roma". In discussione, al momento, c'e' solo la prossima convocazione con l'Italia da parte del ct Cesare Prandelli che pero' prendera' una decisione solo dopo aver appreso la sanzione dell'Uefa e aver parlato col diretto interessato. Il codice etico stabilito in azzurro con l'arrivo di Prandelli dovrebbe portare a una esclusione, come ha confessato lo stesso De Rossi sempre dopo il derby: "Il ct aveva messo in chiaro le cose dall'inizio sulle regole: vediamo, se non dovesse convocarmi pazienza, non mi fara' schifo riposare. Lo prendero' come un premio". Anche perche' al giocatore potrebbe davvero servire staccare la spina se si considera il periodo negativo e la fastidiosa tendinite che anche oggi lo ha costretto a svolgere lavoro differenziato. A decidere pero' sara' solo Prandelli. Che avra' un altro caso da gestire. Oltre a De Rossi, infatti, anche Mario Balotelli si e' macchiato di un brutto gesto, anche se nel suo caso in una chiara azione di gioco e non a palla lontana: l'attaccante del Manchester City e' stato espulso nel primo tempo dell'incontro degli ottavi di finale di Europa League contro la Dinamo Kiev per un calcio in stile kung-fu ad un avversario che stava rinviando. A differenza dell'episodio di De Rossi, quello di 'SuperMario' dovrebbe essere considerato solo come un brutto fallo di gioco, e non etichettato come 'gesto antisportivo', e quindi potrebbe non costargli la chiamata in azzurro ma solo una lavata di capo. Ma nel Club Italia e' chiaro che la convocazione di Balotelli, assieme alla probabile esclusione punitiva di De Rossi, potrebbe riaprire la discussione sui confini del codice etico.
(ansa)