LAROMA24.IT - Decima sfida ai 'cugini' da una parte, debutto assoluto dall'altra. Luciano Spalletti arriva al derby di domenica con un bagaglio importante di esperienza nelle stracittadine, ma Simone Inzaghi porta con sè l'entusiasmo di una 'prima volta' che potrebbe farlo entrare di diritto nella storia del club
VISTA SU CAPELLO - 4 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte. Il primo successo fece subito la storia: 26 febbraio 2006, Lazio-Roma 0-2 (Taddei e Aquilani) e record di 11 vittorie consecutive in serie A festeggiato per giorni. È questo lo score di Spalletti nelle stracittadine che lo mette sul gradino più basso del podio tra i tecnici giallorossi ad aver vinto più derby dietro a Capello (8) e Liedholm (6). Una classifica, questa, che all'allenatore di Certaldo interessa poco visto il diktat che ha imposto a se stesso dal primo giorno dal suo ritorno nella Capitale lo scorso gennaio: "Sono tornato qui per vincere trofei". Ma la prospettiva di avere a disposizione già in questa stagione la possibiltà di raggiungere "Don Fabio" visti i due derby di campionato che lo attendono e i due probabili in semifinale di Coppa Italia è allettante. L'inizio della rincorsa, con il 4-1 dello scorso anno, fa ben sperare.
CREDIBILITÀ - Conti che il suo collega biancoceleste ha rischiato di non poter nemmeno cominciare. Fattosi le ossa tra gli Allievi Regionali e la Primavera della Lazio è proprio il derby dello scorso 3 aprile ad aprirgli le porte della Prima Squadra: il 4-1 subito da Dzeko e compagni costó infatti la panchina a Pioli e fu scelto al suo posto proprio il piacentino. Si parló peró fin da subito di 'traghettatore' e infatti a fine stagione, dopo 12 punti conquistati in 7 partite e l'ottavo posto in campionato, la Lazio decide di puntare su Marcelo Bielsa pensando di 'parcheggiare' Inzaghi alla Salernitana in serie B. Solo il rifiuto del "Loco" fa tornare il presidente Lotito sui suoi passi con la riconferma dell'ex attaccante, sotto lo scetticismo generale degli stessi tifosi. Il resto è storia recente: 4o posto davanti a Napoli e Inter con 28 punti in 14 giornate, record di imbattibilità aperto di 9 gare e una credibilità conquistata anche attraverso il gioco che ha fatto ricredere i più scettici.
IN CAMPO COSÌ - Pochi i punti in comune dei due allenatori anche sul rettangolo di gioco. L'idea di partenza per Luciano Spalletti per il match di domenica è la difesa a 3, più per necessità visti i numerosi infortuni che per scelta. Davanti a Szczesny, saranno Manolas, Fazio e Ruediger la base della retroguardia giallorossa con Bruno Peres e Emerson Palmieri larghi in un 3-4-2-1 che prevede De Rossi e Strootman in mediana e Nainggolan e Perotti a supportare Dzeko. Resta aperta l'ipotesi 4-2-3-1 qualora recuperasse El Shaarawy o qualora il tecnico scegliesse un assetto più spregiudicato con Iturbe a sostituire Salah. Inzaghi invece sembra aver sciolto solo nell'allenamento di rifinitura i dubbi sullo schieramento, abbandonando la linea a 3 dietro (usata nei big match stagionali) per un più collaudato 4-3-3 che vede il recupero di Marchetti tra i pali e di De Vrij al centro della difesa accanto a Wallace, con Basta e Radu terzini. A centrocampo l'escluso è Milinkovic Savic, con Biglia che agirà da regista e Parolo e Lulic da mezzali. Davanti confermatissimo il tridente composto da Felipe Anderson, Keita e Immobile.