IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Qualcosa è cambiato là in mezzo; qualcosa manca ancora, però. Ne ha parlato Eusebio Di Francesco a Coverciano, in occasione della Panchina d’Oro. Il centrocampo si è trasformato nel tempo, ovvio che qualche problema se lo porta ancora dietro. Sono partiti due calciatori di peso, Nainggolan e Strootman, ne sono arrivati altri con i quali è stato complicato portare avanti il vecchio sistema di gioco, il 4-3-3. Da qui il cambio di modulo, il passaggio al nuovo 4-2-3-1. Una sorta di rivoluzione, normale che si paghi dazio. Ad oggi però tutto sembra funzionare meglio, anche se non perfettamente. Di sicuro, la condizione fisica generale è migliorata: Pellegrini, Cristante su tutti, specialmente il primo, sembrano nettamente diversi dai calciatori sperduti di inizio stagione. Lorenzo ha cominciato a fare il trequartista, e in quella posizione sta dando il meglio: qualità, inserimenti, difesa della palla. Ora è un calciatore completo, di spessore. Stesso dicasi per Bryan, anche se sbocciato con qualche settimana di ritardo rispetto al compagno di squadra (e chissà, magari di nuovo insieme in Nazionale). Ha faticato a fare la mezz’ala del 4-3-3, sta pian piano uscendo alla distanza come mediano nel 4-2-3-1. Anche Nzonzi lentamente è cresciuto, occupa una posizione centrale, quella di ruba-palloni e di assistente di tutti. Lo stesso fa De Rossi, che ora è indisponibile, con maggiore predisposizione al gioco verticale.
ALTERNATIVA - Ai box c’è anche Pastore, che al momento viene visto come un’alternativa a Pellegrini, stesso discorso vale per Zaniolo e un po’ più indietro Coric. Che Di Francesco sta provando - in attesa di un regalo di mercato invernale - come regista, chissà anche di un futuro prossimo. E questo è il problema, tornando a quanto dichiarato ieri da Di Francesco: l’ammissione che la Roma il regista non ce l’ha, manca un uomo d’ordine, un professore. «Le dinamiche di gioco sono differenti ma l’importante è rimanere sempre corti in tutte le fasi di gioco, a prescindere dal sistema di gioco. Stiamo lavorando su questo. Abbiamo cambiato in corso d’opera e quindi dobbiamo raffinare alcune concetti. Cristante? Deve migliorare sulle traiettorie di gioco ma ha grande predisposizione al sacrificio, corsa e condizione. La figura del regista? Non c’è nella mia Roma, chi può farlo è De Rossi che ora è fuori». Appunto.