Stadio della Roma, è svolta. Parnasi rompe il silenzio e risponde ai pm per 6 ore

28/06/2018 alle 14:08.
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LA REPUBBLICA (M. E. VINCENZI) - Ha scelto di parlare il costruttore Luca , arrestato il 13 giugno scorso con l’accusa di essere il capo di un’associazione a delinquere che finanziava i politici in cambio di “ benevolenza” per il progetto dello . E ieri, intorno alle 16, i magistrati sono andati a Rebibbia per sentire ciò che il costruttore aveva da dire. L’atto istruttorio, durato quasi sei ore, si è concluso in serata per riprendere questa mattina.

Un cambio di strategia che arriva dopo due settimane dietro le sbarre: durante l’interrogatorio di garanzia, davanti al gip, l’imprenditore aveva infatti preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. Ma da qualche giorno, la linea difensiva è cambiata.
Provato dalla detenzione e, soprattutto, in pena per la situazione economica delle sue aziende ( nei giorni scorsi si era dimesso da ogni ruolo), ha affidato ai suoi avvocati, Emilio Ricci e Giorgio Tamburrino, il messaggio da recapitare al procuratore aggiunto Paolo Ielo e al pubblico ministero Barbara Zuin che hanno coordinato le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Roma: « Voglio essere sentito, voglio parlare».

Gli episodi che gli inquirenti gli contestano sono moltissimi, probabilmente per questo l’interrogatorio è durato ore ( e non sarà l’unico). Finanziamenti ai politici di ogni partito e non solo: tra gli indagati dell’inchiesta, accusati di avere ricevuto utilità da , ci sono nomi illustri. Dall’ex presidente Acea, Luca Lanzalone, al capogruppo del M5S in Campidoglio, Paolo Ferrara, passando per l’ex assessore alla Mobilità della Regione Lazio, Michele Civita e per il vicepresidente del Consiglio Regionale, Adriano Palozzi. Non sono i soli: e i suoi collaboratori avevano contatti con la politica ad ogni livello, agli atti risultano anche finanziamenti a una fondazione riconducibile alla Lega. D’altronde era lui stesso a dire: «Pago tutti».