Serie A: la polvere sotto il tappeto

26/03/2018 alle 16:27.
lazio-crotone

Dipendiamo troppo dai proventi tv e cresciamo poco negli altri settori, sistemiamo apparentemente i conti con le plusvalenze, non tutte cristalline, continuiamo a ingrossare le tasche dei calciatori (e dei loro agenti), ci indebitiamo sempre di più soprattutto con le banche, il Fisco e i fornitori, in alcuni casi ci indebitiamo ancor prima di diventare proprietari. La Serie A è il traino di tutto il movimento ma non gode di ottima salute. Lo certifica l’inchiesta annuale della Gazzetta sui bilanci dei club. Il paradosso è che nella scorsa stagione il risultato netto aggregato d’esercizio è stato positivo, come non accadeva dal 2000, eppure i debiti al netto dei crediti hanno sfondato per la prima volta il muro dei 2 miliardi. Non tragga in inganno il +3 milioni della Serie A 2016-17 all’ultima riga del conto economico. [..] Più in generale, da una stagione all’altra le plusvalenze della Serie A sono raddoppiate: dai 347 milioni del 2015-16 ai 690 del 2016-17. Ben vengano i colpi di Pogba o Higuain, il guaio è quando le plusvalenze non sono altro che operazioni di cosmesi contabile, in cui il denaro non si vede e i valori dei calciatori vengono gonfiati artatamente tra club che si ricambiano il favore. Prima o poi la resa dei conti arriva. Non è un caso se l’indebitamento del massimo campionato sia arrivato a 2,1 miliardi di euro. Beninteso, si tratta di debiti al netto dei crediti (si pensi ai saldi da calciomercato): quelli lordi sarebbero ormai sulla soglia di 3,5 miliardi. Nel 2015-16 i debiti netti erano 1,871 miliardi, l’anno prima 1,724. È un’escalation. Le società fanno la coda in banca: farsi scontare i contratti televisivi e di sponsorizzazione è una prassi [..] I  debiti verso le banche e gli istituti di factoring sono arrivati a 1,289 miliardi: erano 1,175 nel 2015-16 e sotto il miliardo (977 milioni) cinque anni fa. Un po’ di sofferenza c’è pure nei pagamenti dei fornitori: i debiti sono passati dai 371 milioni (già preoccupanti) del 2015-16 ai 401 del 2016-17. E occhio a certe pendenze col Fisco. Il Chievo ha sul groppone quasi 20 milioni, l’Udinese ha appena transato per 11,7 milioni, il  sta pagando una pesantissima rateizzazione tra Iva e Irap pregresse, il cui residuo è poco meno di 60 milioni. Sono uscite che possono complicare, in certi casi, la strada del risanamento. [..]  Spesse volte la continuità aziendale si basa sulla cessione degli asset-calciatori, con gli azionisti che faticano a supportare i club: nel corso del 2016-17 gli interventi dei soci – tra versamenti in conto capitale e prestiti – sono stati di circa 380 milioni, la metà dei quali da parte della stessa Suning. D’altronde, si fatica a calmierare le spese, anche per la necessità di agganciare la competitività internazionale: i costi della Serie A sono passati da 2,5 a 2,7 miliardi e gli stipendi totali hanno ormai raggiunto quota 1,4 miliardi (erano meno di 1,2 cinque anni fa). Con questi parametri la sostenibilità corre sempre sul filo, in alcuni casi è pesantemente compromessa. La gestione ordinaria brucia cassa e ci si inventa di tutto pur di raddrizzare la barra, anche perché ci sono i controlli da rispettare. Per la prossima stagione quelli della Figc saranno ancora più stringenti: l’indice di liquidità (rapporto tra debiti e crediti a breve), utile per misurare la capacità di un club di far fronte ai fabbisogni della stagione, è uno spauracchio per molti. Certo, gli esempi positivi non mancano. I conti in regola di chi occupa le prime due posizioni della classifica sul campo dimostrano che si possono combinare efficienza e risultati, ma nella fascia alta la coperta è troppo corta, se si considerano le difficoltà della Roma e delle milanesi. Tra le medio-piccole la valorizzazione dei propri talenti è ancor di più un mantra: c’è chi è abilissimo come Atalanta e Sampdoria. [..]

(gasport)