IL MESSAGGERO (U. TRANI) - La Roma, con la sofferenza che spesso l’ha accompagnata in giro per il nostro continente, fa a Baku quello che non le era mai riuscito negli ultimi 7 anni quando ha giocato in Champions lontano dalla Capitale: ha preso 3 punti, dopo 10 viaggi a vuoto. Sì, ha vinto: 2 a 1 in Azerbaigian. E adesso, come sempre accade a casa nostra, si discute come è arrivata al successo che, per chi ha perso il conto, è anche il quarto di fila, dal 16 settembre, cioè in meno di due settimane. Non si pensa poi che i giallorossi, pur affrontando il modesto Qarabag che per la prima volta partecipa a questa competizione, sono stati capaci di non sbandare sotto il diluvio. E non si sono fatti piegare dal vento che da Nord ha soffiato, durante il match, a più di 50 chilometri orari. Così, dopo 2 partite di coppa, la squadra di Di Francesco ha già 4 punti e quindi non sfigura accanto alle big del gruppo C, l’Atletico Madrid di Simeone e il Chelsea di Conte, capolista a quota 6 dopo il successo in Spagna.
SVOLTA IN VIAGGIO – La legge del turnover, insomma, vale anche in Europa. E soprattutto, interrompe l’astinenza all’estero, durata dal 3 novembre del 2010, vittoria a Basilea (3-2), fino all’Olimpico di Baku. Di Francesco ha cambiato cinque giocatori pure qui e il Qarabag si è arreso proprio come è già successo, subito dopo il pari contro l’Atletico Madrid, al Verona, al Benevento e all’Udinese. Il poker di vittorie è servito dalla rotazione che sembra essere ormai la linfa del gioco giallorosso che, per la verità, in Azerbaigian non è stato quello delle ultime tre prestazioni. Probabilmente anche perché gli innesti non hanno funzionato: sufficienti solo Peres e Pellegrini, in difficoltà Jesus, Defrel e Gonalons. Ancora mezza squadra diversa e, pure se meno brillante ed efficace, comunque stesso risultato. In meno di un quarto d’ora i tre punti sono finiti al sicuro. Vantaggio firmato da Manolas che, in tuffo, chiude in rete l’iniziativa di Pellegrini. La Roma, dopo quasi 2 anni, torna a segnare in una gara esterna di Champions: l’ultima rete, il 24 novembre del 2015, al Camp Nou nella notte del crollo contro il Barça di Luis Enrique (6-1), fu di Dzeko. Che qui, invece piazza di destro per il raddoppio, su invito di El Shaarawy: è il 7° gol in 7 partite stagionali (9° in 9 se si contano anche quelli con la Bosnia).
BLACK OUT IMPROVVISO – La Roma, come spesso le è successo in passato e soprattutto all’estero, ha riaperto una partita chiusa. Gonalons è affondato nel pantano e, dopo aver colpito di testa per il tris e trovato sulla linea Garayev a salvare, ha avviato l’azione del gol di Henrique, lasciando il pallone a Ndlovu per l’assist fatale. I giallorossi, insomma, hanno partecipato all’Evento di questa nazione, regalando lo storico primo gol in Champions al Qarabag.
AGGIUSTAMENTO IN CORSA – Il centrocampo della Roma, fin dall’inizio del match, non è sembrato in serata. Solo Pellegrini propositivo, ma per un tempo. Nainggolan gira a vuoto e Gonalons, dopo l’errore, va in tilt. Di Francesco, dopo l’intervallo, ha provato a correggere l’assetto, anche perché il collega Gurbanov, dopo il 6-0 subìto contro il Chelsea, è entrato in campo per l’impresa e dal 4-1-4-1 è passato al 4-3-3, con Herique che passa a sinistra e Madatov che finisce a destra. Defrel si è arreso presto (nuovo stop muscolare: coscia sinistra) e, come Perotti, non sarà disponibile a San Siro, impoverendo la rosa giallorossa per lo scontro diretto con il Milan: spazio a Florenzi che piace subito perché spigliato e lucido. Dzeko ha continuato a fare il regista offensivo, mandando al tiro i terzini Peres e Kolarov. Ecco De Rossi per Gonalons e Strootman per Pellegrini. Il Qarabag usa la freschezza di Elyounoussi, Guerrier e Quintana per l’assalto finale. Ma il brivido, su cross di Angolli, è arrivato sempre di Ndlovu. Colpo di testa sul fondo che ha fatto esultare Di Francesco per la quarta volta consecutiva a settembre. La prima in Champions.