Roma, un tris per ripartire

17/09/2017 alle 14:02.
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IL TEMPO (A. AUSTINI) - Tre gol, gioco verticale, sprazzi di spettacolo. Il ritorno di subito protagonista e capace di restare in campo per 90 minuti, che scaccia la «solitudine» con una doppietta, a segno nonostante non sia più trequartista, i debutti dal primo minuto di Under e Pellegrini più quelli assoluti nel finale di Schick e Moreno. Insomma tante buone cose che servivano alla Roma per ripartire e trovare entusiasmo, il modo migliore per scacciar via la negatività denunciata da alla vigilia. Certo, col Verona modesto visto ieri all’Olimpico a tratti è sembrata un’esibizione più che una gara ufficiale e quindi nel giudicare la gara va trovato il giusto equilibrio tra i meriti romanisti e la pochezza dei rivali, costretti a chiudere in dieci per l’espulsione di Souprayen. Se Pecchia non trova qualche accorgimento, di questo passo l’Hellas rischia un lento sprofondare verso la serie B. Comunque la vittoria è arrivata e a serviva come il pane.

Stavolta neppure la pioggia ha fermato la voglia dei giallorossi di «iscriversi» a questo campionato, dove si parla di tutti tranne di chi negli ultimi anni è stata la squadra meno lontana dalla . Il tanto temuto nubifragio c’è stato ma solo di passaggio durante la partita, i teloni a protezione del campo nelle ore precedenti al match sono risultati inutili, l’Olimpico tra tanti difetti ha confermato di avere almeno il miglior terreno di gioco in serie A quanto a resistenza alla pioggia. Cinque cambi nella formazione iniziale rispetto all’Altetico, col ritorno di a 325 giorni dall’ultima partita in casa del in cui si infortunò al ginocchio, a far coppia in mezzo con , ed preferito in partenza nonostante lo ritenesse l’uomo più in forma.

Il segreto della scioltezza con cui la Roma ha tagliato a fette il Verona è stata l’intesa e l’energia di una catena di destra completamente inedita. sta già bene, Pellegrini conosce meglio dei compagni i movimenti da intermedio chiesti dal tecnico e in questo momento sembra avere una condizione superiore a , mentre Under ha la classe del predestinato. La Roma parte forte e ci prova con e Pellegrini, poi si inceppa sul più bello dopo una splendida azione personale. E ancora lui, da centravanti «aristocratico» qual è, resta in piedi dopo un fallo da rigore più espulsione provando a calciare e si fa respingere il tiro da Nicolas. I segnali diventano funesti, ma è solo un’impressione: si vede deviare una gran conclusione in angolo e Under colpisce il palo.

Quindi tuoni, fulmini e nubifragio che arriva puntuale ma cammina sulle acque e al 22′ segna lo strameritato vantaggio con inserimento da dietro e assist di . La pioggia cala e , premiato prima della gara col riconoscimento Aic da Damiano Tommasi per il titolo di capocannoniere dell’anno scorso, timbra il cartellino per il raddoppio andando a ringraziare che gli pennella il pallone sulla testa. Nella ripresa si riforma l’asse slava del Manchester City e Kolarov regala al suo amico Edin la palla del raddoppio. Siccome tutto torna, non a caso nel tabellino entrano proprio i due giocatori al centro del dibattito tattico aperto da , che ieri non si è sentito affatto solo in attacco, mentre ha dimostrato (lui non ha mai avuto tanti dubbi in realtà) di poter far gol anche partendo qualche metro più indietro. Il finale è accademia, con gli ingressi di Schick, Gerson e Moreno. Unica nota stonata una inspiegabile discussione tra Gerson e Bruno dopo il triplice fischio: il li divide. La tensione c’è ma da ieri è positiva.