LA REPUBBLICA (A. SORRENTINO) - C'erano un paio di sospetti alla vigilia, si erano sedimentati nelle ultime settimane e in effetti San Siro conferma tutto: solo la Roma può provare a impensierire la Juventus, mentre l’Inter di Pioli è forte con i deboli e debole con i forti, deve crescere molto per vagheggiare un piazzamento in Champions ora assai più lontano. Il 3-1 dei giallorossi, tetragoni nelle loro sicurezze tattiche e tecniche, non fa nemmeno una piegolina, perché la prestazione è ancora una volta quasi perfetta, e porta in dote l’ottava vittoria nelle ultime nove uscite. Conferme a parte, rimangono invece due enormi dubbi. Uno è cosa avrà nei polmoni e nel piede destro quel demonio di Radja Nainggolan, che illumina Milano e il campionato con due gol straordinari per forza, tecnica e precisione: è ormai uno dei migliori centrocampisti d’Europa per continuità di rendimento, passo e capacità realizzativa. Il secondo, più inquietante, riguarda le scelte di Stefano Pioli, che dopo tre mesi di guida sicura sbaglia formazione e scelte tattiche, e proprio nella partita che doveva rappresentare la prova di maturità della stagione.
Per imperscrutabili motivi, Pioli decide di presentare un’Inter assolutamente inedita, rinunciando alle certezze raggranellate nelle gare precedenti, perché la sua idea sarebbe quella di specchiarsi nel modulo romanista, con un 3-4-2-1 in cui però gli interpreti sono molto meno a loro agio nelle rispettive posizioni dei rivali romanisti, che conoscono quello spartito a memoria. A lungo ci si chiederà il motivo di voler esibire Candreva e Perisic, due ali pure, come esterni di centrocampo ad arare tutta la fascia e senza adeguata protezione alle spalle, non a caso nel primo tempo la Roma affonda che è un piacere. Nemmeno l’idea di addensare il centrocampo con un quadrato formato da Gagliardini, Kondogbia, Joao Mario e Brozovic è vincente, perché dall’altra parte De Rossi e soprattutto un eccellente Strootman hanno passo e idee più brillanti, e in alto Nainggolan mette in croce il povero Gagliardini, alla sua peggiore prestazione stagionale contro un avversario troppo più rapido di lui, come è evidente nell’azione dell’1-0, in cui il belga circumnaviga l’azzurro prima di stangare in rete un destro incrociato che mozza il respiro solo a vederlo. La reazione interista è confusa anche se entusiasta, arriva qualche mischia pericolosa, ma quando la Roma si distende in avanti fa male, e Handanovic salva su Dzeko al 36’. A inizio ripresa Inter in area due volte con Candreva, con Perisic sfortunato nella conclusione (5’), poi Pioli inserisce Eder per Brozovic, Inter più sbilanciata e all’11’ Nainggolan vola in contropiede, 50 metri di corsa, Salah gli porta via l’uomo e appena lui vede la porta “bam”, altro destro da oltre 20 metri e 2-0, che roba ragazzi. Ci sarà un rigore di Strootman su Eder che il distratto Tagliavento non vede, l’unico acuto di Icardi su assist di Perisic per l’1-2, ma speranze segate via da Dzeko che sfugge a D’Ambrosio e viene atterrato da Medel in area. Perotti trasforma glaciale, e un capannello di uomini vestiti di rosso e giallo va verso la bandierina a far festa vera, tutti a darsi scappellotti in testa. Sembrano proprio una squadra vera, gente che ha ancora parecchio da dire pure in campionato.