IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Il Terek Grozny non è certo il Real Madrid ma nemmeno il Pinzolo Campiglio: è arrivato settimo nell'ultimo campionato russo e la preparazione è ben avviata da un po', pur non essendo granché tecnicamente. I ceceni entrano duro dai primi minuti, questo rende l'ultimo test più attendibile. La Roma non è al top ma migliora la sua condizione fisica e lascia il ritiro con una vittoria (3-2) e qualche esperimento in più per il futuro. Si prepara alla tournèe negli States con alcune certezze (per come hanno lavorato, giocatori come Strootman, Perotti, Dzeko e Salah sono in buona condizione e perfettamente calati nella realtà tattica spallettiana) e una grana contrattuale legata a Manolas. Il cantiere è aperto. Serve minimo un difensore. E un altro portiere.
LA DIFESA - Spalletti dopo tre giorni di lavoro getta nella mischia Juan Jesus al fianco di Manolas. Per certi versi, escluso il terzino destro (che non c'è e chissà se arriverà, per adesso gioca Torosidis in attesa di Florenzi), è il quartetto - completato da Mario Rui - molto vicino a quello che esordirà nel preliminare di Champions tra un mese. Anche l'attacco si avvicina tanto a quello titolare, con Dezko al centro, Perotti a sinistra (entrambi in gol) e Salah a destra. La variante futura è con El Shaarawy per il bosniaco, con Diego in mezzo. Il brasiliano deve trovare la condizione e oliare i tempi difensivi: doveva essere un buon cambio e oggi studia per fare il titolare. Quindi, lì manca ancora qualcosa. Spalletti lo sa. «Possiamo lottare per lo scudetto e superare il preliminare di Champions. Il ruolo? Preferisco centrale sinistro nei quattro, ma se serve so fare il terzino», le parole dell'ex interista. Mario Rui sta crescendo con tutti i suoi pregi (la corsa e il sinistro non male) e i suoi difetti riconosciuti anche da Spalletti (fisicamente non è un colosso). Capisce come deve muoversi, spinge tanto e non ha paura, questo è già tanto. Si sono distinti contro il Grozny sia D'Urso sia Palmieri impiegati nel primo tempo come mezze ali. Ma lì ci andranno Nainggolan e De Rossi e magari Diawara. Perotti sblocca il discorso con un gollonzo (mezza papera del portiere Gorodov) alla fine della prima frazione e nella ripresa le mille sostituzioni: spazio a Gyomber, Seck, Iturbe, Ricci, Ponce, Marchizza, De Santis, Di Livio e Totti. Subito in gol i ceceni: leggerezza di Emerson Palmieri in uscita e conseguente ritardo nella chiusura di Juan Jesus su Grozav. Dzeko fa molto movimento, sa essere terminale offensivo e trequartista: sa venire e andare e va che è una bellezza, appena dopo il pari del Grozny, su una palla splendida di Totti, sempre il più amato dai tifosi, che lo mette solo davanti al portiere e realizza il 2-1.
LE CERTEZZE - Perotti, a parte la rete, ha cominciato come aveva finito la scorsa stagione, idem Salah. Strootman ha agito da centrale, ottimo pressing, grande personalità, forse ancora un po' lento nell'avviare il gioco (Paredes non ha giocato, forse il suo futuro nella Roma come regista è a scadenza). E Iturbe? E' in prova. Spalletti lo manda in campo al posto di Salah, lui corre, ce la mette tutta, per adesso ancora va sbattere contro gli avversari, a volte è pure sfortunato nelle conclusioni. Deve migliorare, come dice il tecnico, nella scelta delle giocate («io voglio restare a Roma, Spalletti mi sta aiutando»). Usare un po' più la testa, insomma. Come fa Totti, anche a 40 anni. In attacco Spalletti ha provato le tre punte e tre trequartisti dietro l'attaccante, dal 4-3-3 del primo tempo al 4-2-3-1 della ripresa, come contro il Pinzolo. Il 2-2 del Grozny arriva a dieci dalla fine, sempre con Grozav, su punizione, a superare un goffo Lobont. La vittoria, la regala alla Roma, il giovane Marchizza, che va a a prendere in area, tap-in di sinistro, una respinta del palo dopo un bel colpo di testa di Ponce. La squadra ha lasciato Pinzolo subito dopo l'amichevole vinta contro il Terek Grozny con un volo charter (alle 23) da Verona. Un paio di giorni di riposo, poi mercoledì appuntamento a Trigoria.