IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Strano a dirsi considerando gli ultimi due anni di (quasi) totale inattività. Eppure, tra sirene di mercato, clausole compromissorie e richieste di adeguamento contrattuali, Strootman rappresenta al momento il punto fermo del centrocampo della Roma del prossimo anno. La pensa così Spalletti: «Lui è una macchina, un leader. Contiamo su di lui». È dello stesso avviso Pallotta (atteso nella capitale tra una decina di giorni) che ha già comunicato al calciatore di essere pronto a prolungare di una stagione (sino al 2019) l’attuale scadenza del contratto. Kevin però non ha fretta. Ha un debito di riconoscenza nei confronti della Roma che lo ha aspettato dopo tre interventi chirurgici al ginocchio sinistro e non è tipo da voltafaccia. Ora ha altre priorità che non mettere una firma su un foglio di carta: vuole tornare quello di prima, recuperando il tempo perduto. Tornare quindi ad essere nel suo ruolo più forte di tutto e tutti. Anche di un parametro Fifa che in modo sinistro argomenta come il 53% dei calciatori che si operano al crociato non torna a giocare. Strootman, grazie al Professor Mariani, fa parte del restante 47%. Dopo esser tornato in campo con la Roma, ieri ha vestito nuovamente la maglia dell’Olanda contro l’Irlanda. Pensando al prossimo campionato europeo allargato a 24 squadre stupisce (e dispiace) non vedere presenti gli orange e di conseguenza un campione come Kevin. Pochi giorni fa il ct Blind, parlando di lui, si è limitato ad una semplice constatazione: «È un calciatore che raramente abbiamo visto giocare. Abbina la classe alla potenza». In effetti non serve aggiungere altro. Basta vederlo muoversi. Con o senza palla. Più che una lavatrice, somiglia ad un carro armato che al posto dei cingoli ha due pantofole. Sì, nemmeno un paio di scarpini ma due pantofole per le carezze che sa regalare al pallone. A Roma purtroppo si è visto poco (41 gare nel complesso) ma quel poco, soprattutto il primo anno, è bastato per capire la straordinarietà di Strootman. In tutto: nelle geometrie, nelle conclusioni da fuori, nella fase d’interdizione, nel catalizzare il gioco, nella sua semplicità, essenzialità ed efficacia. Senza dimenticare la grinta che emana e entusiasma. Perché Kevin gioca a calcio con le labbra aperte e a denti stretti. Un ghigno strano che gli è valsa una pagina facebook su internet: Le imbruttite di Strootman. L’ultimo aggiornamento è risalente al 4 maggio, Genoa-Roma, in un incontro ravvicinato con Rincon, un altro che non fa sconti a nessuno. In precedenza, un’altra foto immortala il minuto 32 della ripresa di Roma-Palermo. Un click che ricorderà a lungo. Rappresenta infatti la fine del suo calvario. E la sua rinascita, completata ieri dal rilancio in nazionale e dalla fascia di capitano al braccio. Quella che non si pone come obiettivo nella Roma: «C’è già Totti. E poi De Rossi e Florenzi. Giocatori nati a Roma, che vivono e hanno giocato sempre qui. Io voglio semplicemente tornare ad essere importante. Un club come il nostro deve puntare allo scudetto ogni anno», ha confessato al sito del club.
TRIO DA COMPLETARE Nella prossima stagione immaginarlo vicino a Nainggolan, può essere un ottimo punto di partenza. Chissà se il trio si completerà con Pjanic che tra clausole e mancati rinnovi, vede la sua posizione caduta in uno stallo pericoloso. Forse non toccherà nemmeno a Witsel che sembra prossimo al rinnovo con lo Zenit. Nell'immaginario di Spalletti vicino a Radja e Kevin c’è un regista. Uno alla Camacho (Malaga). Oppure alla Wijnaldum, connazionale di Strootman: «La sua situazione al momento è molto semplice – ha spiegato l’agente a Laroma24 - il Newcastle è retrocesso in seconda divisione e ora il giocatore deve pensare al suo futuro». Che potrebbe anche essere da queste parti.