IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Arriva l’Inter, eccola. La sfida con la S maiuscola del primo Spalletti, quello delle rincorse scudetto ai nerazzurri guidati da Mancini a cavallo del 2005/2008 (i due si sono incontrati venti volte e non si vedono proprio dal 2008, entrambi protagonisti all’estero, Inghilterra e Russia). Arriva nel momento migliore per la Roma, che può permettersi di scendere in campo come favorita, se non altro per il vantaggio di cinque punti che, al momento, mettono al sicuro i giallorossi. Spalletti non vuole sbagliare mosse. La rosa sta pian piano tornando al completo e questo comporta, da una parte, la possibilità di vivere nell’imbarazzo della scelta, dall’altra di contare le maggiori possibilità di sbagliare mosse. La Roma che ha brillato nelle ultime apparizioni è stata legata al 4-2-3-1, cioè il modulo Dzeko. Cioè, la punta di riferimento Edin più tre offensivi alle sua spalle, Salah, Perotti e El Shaarawy. Un sistema di gioco rivelatosi efficace e necessario per due motivi. 1) Gli avversari, Real Madrid e Udinese ti imponevano di dover impostare una gara di attacco, in Spagna per le necessità di rimonta e domenica in Friuli perché non poteva uscire nessun altro risultato che non la vittoria. 2) Per certe assenze che hanno consentito e obbligato Spalletti a fare certe scelte specie a metà campo (De Rossi era appena rientrato, Pjanic e Nainggolan erano mezzi e mezzi).
IL REBUS IN MEZZO - Quindi, contro l’Inter, il discorso cambia un po’, c’è solo la variabile dei diffidati, considerando il derby con la Lazio nel post sosta. Dzeko diventa l’ago della bilancia: con lui in campo, facile che si veda una Roma con il modulo Madrid. Tutti gli attaccanti dentro e due centrocampisti. Qui il dubbio diventa sul trequartista: opzione Pjanic oppure opzione Perotti. Non Totti, a quanto pare: nostalgia di un’Inter-Roma che fu. In mezzo al campo due posti, con tutti a disposizione. De Rossi sfida Keita, che ultimamente è diventato un inamovibile. E Nainggolan, ormai da un po’, corre da solo. Ricordando però, che è diffidato. Vainqueur parte un po’ indietro, così come Strootman, non ancora pronto per i novanta minuti. La scelta potrà cadere pure sui tre, e non due, in mezzo: a quel punto si aprono le porte per De Rossi e Pjanic, uno al fianco di Keita e l’altro a scambiarsi la regìa con Perotti. A farne le spese in questo caso sarebbe El Shaarawy. Quindi, modulo con il trequartista e due punte. Tutto bene, ma se invece Spalletti dovesse proporre lo schema e gli uomini visti contro la Fiorentina? Ricordiamola: Szczesny; Florenzi, Manolas, Rudiger Nainggolan Keita, Pjanic, Salah, Perotti, El Shaarawy. Senza Dzeko. Roma-Inter cade proprio come quel Roma-Fiorentina: si dava quasi per scontata la sua presenza con i viola (veniva dai gol con Carpi e Palermo e aveva già saltato Empoli), ora è reduce dalla rete di Udine e tutti parlano di uno Dzeko ritrovato.
LA DIFESA - Là dietro va registrato il ritorno di Ruediger al fianco di Manolas, che non sta benissimo ma con l’Inter ci sarà. Digne è diffidato ma Spalletti difficilmente lo lascerà in panchina. A destra ancora Florenzi. Torna, come detto De Rossi, che potrà essere un’opzione là in mezzo solo nel caso di forfait di uno dei centrali. Altrimenti si andrà avanti con i quattro.