IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Adesso Spalletti sa che cosa l’aspetta. Perché, vista la Roma dal vivo contro il Verona, si è reso conto che la cura dovrà essere aggressiva e profonda. Con il suo staff (e anche con i dirigenti), già prima di rivedere al microscopio la gara di domenica, è stato esplicito: bisogna ripartire da zero. Tatticamente, tecnicamente e, se sarà possibile, fisicamente. Il lavoro è impegnativo, perché il gruppo è da riassemblare, come se i giocatori dovessero ancora conoscersi tra loro. L’anarchia va sostituita con la collaborazione. Non c’è la squadra. Nel comportamento e nella sintonia. Ma per voltare pagina ci vorrà tempo. Nemmeno il toscano di Certaldo, però, può sapere quanto. Perché la situazione che ha trovato è più grave del previsto. Oggi la ripresa degli allenamenti. Con l’inevitabile doppia seduta. L’emergenza va subito presa di petto.
LACUNE EVIDENTI Spalletti, durante il match contro il Verona, ha partecipato in prima persona. Nel senso che si è messo a disposizione dei calciatori per guidarli, in piedi davanti alla panchina, in ogni azione e nelle due fasi di gioco. Gli ha trasmesso fiducia e garantito assistenza. Non è bastato. Perché la «frenesia», come ha spiegato pure a fine gara, ha avuto l’effetto del boomerang. Il trasporto di Nainggolan, Florenzi e dello stesso Salah ha portato più confusione che altro. Gente di corsa che spesso ha perso palla per l’eccessiva precipitazione nell’effettuare anche la giocata più semplice e scontata. La Roma, dunque, incapace di gestire con lucidità la fase di possesso. Che, sbagliata proprio in dirittura di arrivo, ha mostrato il lato più vulnerabile dell’assetto. Con la difesa troppo distante, anche il più semplice dei contropiede del Verona ha chiarito quanto sia fragile la squadra. Statica nei singoli e deficitaria nella preparazione di gran parte dei titolari. Scollegata nei reparti e nei solisti. Molti interpreti vanno per conto loro. Pochi hanno ripetuto i movimenti provati con l’allenatore a Trigoria. Il reset, insomma, è obbligato. E il puzzle complicatissimo.
IMMAGINI INQUIETANTI Roma Tv ha messo in onda parte degli addestramenti del nuovo corso. Servizi interessanti e, per la verità, preoccupanti. Franceschi, di solito deputato al recupero degli infortunati, subito coinvolto nella preparazione atletica. Baldini, il collaboratore di Spalletti che cura la difesa, è partito dai movimenti più elementari della linea a 4. Cominciando dalla postura dei centrali, da come si devono sistemare (non frontalmente) quando l’avversario verticalizza l’azione. Lezioni individuali per Manolas, Ruediger, Castan e Gyomber. Come fosse il primo giorno di scuola.
AGGIUSTAMENTI MIRATI Spalletti, per dare più certezze ai giocatori, si è messo a specchio con il Verona. Difesa a 4, a 3 e ancora a 4. Domenica c’è la Juve eil 3-5-2 di Allegri: non è da escludere, quindi, il 3-4-2-1. Ma Castan si è già chiamato fuori in modo onesto e plateale, creando imbarazzo al club (oggi non è più così facile darlo in prestito) e al tecnico. Pure il 23 agosto, prima di campionato proprio contro il Verona, partì titolare. Ma uscì subito di scena. La società, 5 mesi fa e con il mercato ancora aperto, avrebbe dovuto rimpiazzarlo in rosa (tra l’altro Ruediger, all’epoca, era convalescente). In attesa di avere il rinforzo più urgente, l’allenatore, per giocare con i 3 difensori, può arretrare De Rossi tra Manolas e Ruediger. Oppure confermare Torosidis. La scelta è, dunque, ridotta al minimo. Anche per la linea a 4. Più facile sbizzarrirsi dal centrocampo in su. Responsabilizzando Pjanic nel ruolo di play, fino a quando non avrà Strootman. E aspettando Dzeko