CORSERA (G. PICENTINI) - «È stata una vittoria di Pirro». Non riesce ad essere soddisfatto Rudi Garcia per il 5-1 contro il Carpi, e nel manifestare la sua delusione utilizza una frase già usata il 18 ottobre 2013 dopo la vittoria casalinga contro il Napoli, l’ottava della serie di 10 che ottenne nel suo primo anno in giallorosso. In quell’occasione perse Totti e Gervinho, che rimasero fuori a lungo. Ieri è toccato ancora una volta al capitano uscire per infortunio al flessore destro, lo stesso problema di Seydou Keita. Entrambi non ci saranno martedì in Champions col Bate Borisov, gara che difficilmente vedrà tra i suoi protagonisti pure Edin Dzeko: il centravanti è uscito alla fine del primo tempo per un «trauma distrattivo» al ginocchio destro. Il bosniaco è andato via dallo stadio con una vistosa fasciatura, è stato preso con la macchina dalla fidanzata praticamente nella pancia dell’Olimpico e non ce la faceva nemmeno a guidare. Oggi si sottoporrà agli esami strumentali che stabiliranno l’entità dell’infortunio, ma a meno di un miracolo in Champions non ci sarà.
«Ho perso tre giocatori per infortunio in 50 minuti - l’analisi del tecnico francese - e per noi non è una buona cosa, peseranno soprattutto in futuro». Ci voleva una boccata d’ossigeno dopo la doppia delusione contro Sassuolo e Sampdoria. «L’umore è sempre stato buono dentro lo spogliatoio, i ragazzi erano tranquilli. Lo avevo detto che giocando come a Genova ne avremmo vinte tante, dobbiamo sempre essere consapevoli dei nostri mezzi e metterli in campo. Col Carpi abbiamo giocato bene, potevamo segnare più di 5 gol». Tra i protagonisti il suo pupillo Gervinho e De Sanctis. «L’ivoriano può fare grandi cose e già nel precampionato era stato uno dei migliori, aveva dimostrato di essere concentrato e di voler aiutare la Roma. La sua fiducia è tornata alta ed è un bene per lui: si è rivisto quello dei primi 18 mesi in giallorosso. De Sanctis ha fatto una grande partita, la parata sul rigore ci può stare ma la seconda è straordinaria, solo un portiere come lui poteva compierla».
Si è preso una bella rivincita, il portiere abruzzese. Criticato duramente dopo le gare con il Sassuolo e la Sampdoria, ieri è stato accolto dai fischi del pubblico dell’Olimpico. La sua bravura è stata quella di riuscire a tramutarli in applausi, e non solo per il rigore parato nel secondo tempo a Matos. «È stata una settimana - le sue parole a fine gara - nella quale non sono stato messo nelle condizioni ideali per fare quello che di solito faccio, cioè allenarmi e parare. Il calcio però è così, soprattutto in posti come Roma e Napoli. Bisogna accettare che i tifosi vogliono tantissimo e fanno bene a pretendere tanto, ma devono capire che soltanto attraverso l’equilibrio nei giudizi e nella passione può migliorare questo ambiente che noi stiamo cercando di trasformare in vincente. Noi giocatori e la società lo stiamo facendo - chiude il portiere - la gente deve capire che i nostri sforzi devono essere accompagnati dal loro entusiasmo».