CORSERA (L. VALDISERRI) - Ne uccide più il turnover che la spada. O, almeno, il turnover che cambia contemporaneamente i due terzini titolari, priva la squadra di un centro di gravità permanente in attacco e gestisce le sostituzioni in modo quanto meno bizzarro. La Roma pareggia all’Olimpico contro il Sassuolo, per la terza volta in tre campionati, e perde altri due punti dall’Inter a punteggio pieno. Siamo già a due X in quattro partite: la pareggite dello scorso campionato non è stata curata.
Il risultato è giusto e, guardando bene, l’unica cosa veramente bella della partita è stata l’organizzazione in campo degli emiliani, ricordando che a Di Francesco mancavano i due giocatori migliori: Vrsaljko per squalifica e Berardi convalescente in panchina e dentro solo nel finale. Il Sassuolo è andato due volte in vantaggio e, con Defrel e Politano, prodotto della Primavera giallorossa mandato altrove, ha terrorizzato la difesa romanista a ogni ripartenza. Male Garcia, che ha sbagliato formazione iniziale e sostituzioni, mandando in campo Dzeko con ritardo biblico, peggio di tutti l’arbitro Massa, assistito da collaboratori mediocri come lui. Il pareggio di Totti (1-1) è stato segnato in netto fuorigioco, su assist di Pjanic che aveva ripreso un rinvio horror di Consigli (malissimo il guardalinee Vivenzi); nel finale, sul 2-2, l’assistente di porta Calvarese ha chiuso tutti e due gli occhi su un fallo evidentissimo di Peluso su Ruediger, che si era buttato nell’area altrui per farsi perdonare degli errori nel suo ruolo seminati per tutta la gara. La fase difensiva della Roma è stata, per usare una parola cara al c.t. Conte, agghiacciante. Con Szczesny infortunato e De Sanctis che è parso un po’ arrugginito non era il caso di far giocare Maicon (assente da febbraio), Torosidis destro a sinistra e Ruediger con lo stesso problema. Il d.s. Sabatini, per altro osannato a Roma, ha costruito una bizzarra squadra con quasi soli destri in difesa (Ruediger, Florenzi, Maicon, Manolas, Torosidis) e quasi soli mancini tra gli esterni di attacco (Salah, autore del bel 2-2; Iago Falque, ieri impalpabile; Iturbe, pessimo, che si è visto solo per la crisi isterica alla sostituzione). In compenso sono rimasti fuori per oltre un’ora Florenzi (il più in forma) e Dzeko.
L’unico motivo di soddisfazione per i tifosi giallorossi, con la curva Sud ancora in sciopero contro il giro di vite di questore e pretore e con Daspo in arrivo per gli ultrà pescati in una manifestazione non autorizzata fuori dallo stadio, resta il gol numero 300 di Totti con la maglia giallorossa in tutte le competizioni. Una storia infinita, iniziata il 4 settembre 1994 in Roma-Foggia 1-1, cioè 7.686 giorni fa. Il Capitano, dopo il gol, ha esultato al minimo. Chissà perché.