GASPORT (A. PUGLIESE) - A conti fatti, è stato anche il loro ritiro. Forse soprattutto il loro ritiro, visto che per molti dei giovani potrebbe essere anche un’avventura unica, di quelle da poter cristallizzate nei ricordi di un calciatore. Quello finito ieri a Pinzolo, infatti, è stato anche il ritiro dei baby, dei tanti Primavera che Rudi Garcia ha preso in prestito dalla squadra di Alberto De Rossi e si è portato dietro.
Per completare il gruppo, è ovvio, considerando che a Pinzolo mancavano i vari Pjanic, Nainggolan, De Rossi, Manolas, Ljajic, Lobont, Torosidis, Doumbia, Keita e Ibarbo. Ma anche per vedere e capire se qualcuno ha davvero le qualità per poter fare subito il salto in avanti, come successo magari la scorsa stagione con Daniele Verde, che ha avuto a tratti un ruolo importante in campionato.
Le scelte Ce ne erano ben 11 di ragazzini, se poi dentro ci si mette anche Sanabria, che fa parte della prima squadra ma di anni ne ha 18 e spesso e volentieri la scorsa stagione (dopo il prestito al Sassuolo dell’anno precedente) ha giocato con la Primavera. Di questi alcuni hanno fatto bene, altri meglio, tutti si sono impegnati al massimo, per cercare di strappare un sorriso in più a Garcia che ha promosso due dei tanti, Di Livio e l’albanese Ndoj. «I giovani qui hanno dato tutto e questo mi è piaciuto, hanno avuto insegnamenti interessanti — ha detto il tecnico francese —. Alcuni di loro li sceglierò e li porterò in Australia. Senza Florenzi, ad esempio, mancavamo di un terzino destro, ma Di Livio e Ndoj in quel ruolo hanno fatto bene». Già, anche ieri, nella ripresa, Garcia li ha schierati lì. Prima Di Livio e Ndoj interno di centrocampo, poi viceversa.
I tre big Del resto, c’era attesa per alcuni più famosi come Capradossi, Calabresi o Vestenicky, quelli che in Primavera sono i veri big. Calabresi, ad esempio, nel giro della prima squadra ci sta da un po’, tanto che lo scorso anno partecipò anche alla tournée americana, giocando anche lui nel ruolo di terzino destro. Il bomber Vestenicky, invece, è stato chiamato in più di un’occasione, soprattutto quando davanti — tra infortuni ed assenze — c’era la penuria di attaccanti. E Capradossi rappresenta una certezza per il futuro, una sorta di altro Romagnoli, visto che la trafila che sta facendo, anche a livello di nazionali giovanili, è più o meno la stessa. I tre hanno confermato tutte le aspettative, giocando bene anche la partita di ieri, quando nella ripresa Garcia ha messo in campo praticamente un po’ tutti i baby.
Figlio d’arte Chi però è piaciuto più di tutti è proprio Lorenzo Di Livio, uno che anche in Primavera era partito in sordina per poi accelerare e rubare la scena. A 18 anni sembra pronto anche per stupire, lui che da piccolo era un testa calda e strada facendo ha imparato i comportamenti giusti. A farlo crescere ci ha pensato prima Sandro Baroni, poi Roberto Muzzi ed infine Alberto De Rossi. E chissà se potrà imporsi proprio dove ha finito la carriera suo padre Angelo, da terzino destro, lui che con la Primavera è un attaccante di fascia. Di certo, il pallone lo sa trattare, la corsa ce l’ha, gli manca qualche centimetro che compensa con la cattiveria agonistica. E magari in Australia, se sarà tra i prescelti, potrà farci vedere anche qualcosa in più.