GASPORT (C. ZUCCHELLI) - Quando l’ambizione si scontra con le contingenze. Prendi Adem Ljajic, che si è messo in testa il numero 5. Sì, vuole diventare il quinto, dopo Balbo, Batistuta, Osvaldo e Vucinic, tre dei quali come lui hanno indossato la maglia della Roma e quella della Fiorentina. Chi prima e chi dopo sono stati i cannonieri stagionali della Roma in Serie A, gli unici stranieri ad aver scalzato dal trono Francesco Totti, da quando il numero 10 è diventato professionista. Mentre gli altri italiani sono stati Giannini, Delvecchio, Destro e Montella, il suo allenatore del cuore che affronterà tra 4 giorni al Franchi. Ljajic ci crede, il Chievo può rappresentare un altro mattone. Più facile però che accada a partita in corso. Strana storia: a «respingere» la sua volata sarà proprio Totti, che va considerato in vantaggio nel ballottaggio con il serbo. La contingenza della Roma è questa. È un secondo posto da blindare, sì, ma pure energie da centellinare in vista dell’Europa League. Ljajic ormai è uomo chiave. Lui che ad agosto doveva andar via, ma che di reti fin qui ne ha messe in fila 8 (oltre a quella di Rotterdam), 3 in più proprio di Totti.
CACCIA AL RECORD - Naturale, in fondo, che Adem abbia bisogno di un po’ di riposo: nessun attaccante della Roma ha giocato così tanto, 1.520 minuti che raccontano la grande fiducia che Garcia, settimana dopo settimana, ha riposto in questo talento serbo, piede sopraffino e testa spesso (troppo) calda, soprattutto in passato, quando lo ha paragonato al suo Hazard dei tempi del Lille. «Un diamante da sgrezzare», lo ha definito il tecnico, e sembra che l’operazione sia andata a buon fine, tanto che oggi Ljajic, dopo un anno e mezzo di Roma, va a caccia (pure) del suo record di marcature in una società: con la Fiorentina è arrivato a 16, con la Roma a 15, col Partizan si era fermato a 11. Attacco extra Garcia è pure l’allenatore che ha fatto giocare di più Ljajic: 62 presenze, come Rudi nessuno mai. «Ora in attacco abbiamo più scelte», annunciava ieri il tecnico francese. Doumbia in panchina, Verde che negli ultimi giorni a Trigoria è stato provato in diversi tridenti, lo stesso Gervinho che prima o dopo avrà bisogno di riposo: Garcia deve azzeccare la formula giusta. Se non ci riuscirà, potrà sempre chiedere a Ljajic una magia delle sue.