Ferrero contro il suo passato: "Abbiamo un progetto, scudetto entro tre anni"

15/03/2015 alle 11:46.
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IL SECOLO XIX (D. FRECCERO) - Al cuore si comanda. Massimo Ferrero al suo ha comandato da giugno scorso di finirla di tifare Roma e gettarsi anima e core nel blucerchiato. Il cuore matto del Viperetta non ha “banfato”, ha risposto “obbedisco”. «Certo, resto romanista, e la mia prima partita allo stadio con mio nonno era della Roma - ha raccontato ieri Ferrero dall’aeroporto di Abu Dhabi, di ritorno dalle ferie a Mauritius - Ero tanto piccolo che non ricordo neppure l’avversario, posso dirvi che la Roma era quella dell’argentino Manfredini (Pedro, in giallorosso dal 1959 al 1965) e che quel match non l’ho visto finire perché mi sono addormentato... Oggi però amo solo la Samp&Doria e domani sera spero di cantare “Grazie Roma” per i 3 punti che ci siamo presi». Non solo il suo cuore, la testa di Ferrero lavora addirittura per spostare la Capitale. «Quella del calcio sarà la Città di Samp&Doria, stiamo lavorando da mesi perché sia così - prosegue - non devo dirlo io chi sta facendo le cose e chi parla soltanto, noi abbiamo un progetto e non ho mai lavorato così tanto come in questi mesi...».

Di questo progetto il Viperetta ha fissato un obiettivo noto e impegnativo: «Lo scudetto entro 3 anni». E per riuscirci ha comprato a Mihajlovic gli Eto’o, i Correa, i Muriel ma non riesce a fare due settimane di fila in vacanza con la moglie senza metterci dentro qualche incontro per cercare sponsor. È per questo che ieri partiva da Abu Dhabi: ci si è fermato di ritorno da Mauritius per buttare l’amo nel mondo degli Emirati e vedere se si muove qualcosa. L’idea? Cercare un investitore per il nome dello stadio Ferraris. Adesso che lo gestiranno Sampdoria e , l’idea del Viperetta è trovare una società che investa per metterci il suo nome come hanno fatto l’Emirates per l’, l’Etihad per il o l’Allianz per il Bayern. Un progetto ambizioso ma non così assurdo. Sampdoria e sono in corsa per l’Europa, qualche investitore potrebbe essere interessato a promuoversi al mondo del calcio internazionale. Certo, tutto deve filare liscio in campionato. Su questo fronte Ferrero confida nel “suo” Sinisa, nel “suo” Samuel Eto’o e in generale nella “sua” Sampdoria. Com’è andato questo incontro? Se son rose, fioriranno. C’è dell’altro però. Ieri sera il Viperetta è infatti rientrato in Italia ma tra oggi e domattina, da instancabile “Pr” qual è, ha fissato un altro appuntamento stavolta nel Principato di Monaco. Motivo? Leggi sopra: buttare l’amo e ipotizzare partnership commerciali tra la sua Sampdoria e il mondo del business.

Indubbiamente si dà da fare, se otterrà anche risultati, si vedrà. «Sono passato da Abu Dabi, non Dubai - è l’unica ammisione di Ferrero - e questo perché io lavoro sempre, non amo stare in vacanza. Sui giornali sono uscite cose errate. A tempo debito parlerò...». Di certo domani sera sarà all’Olimpico e interromperà l’astinenza da stadio che va avanti dal derby del 24 febbraio. A Bergamo e contro il Cagliari non c’era e sono arrivati 6 punti per la Samp. Essendo molto scaramantico, qualcuno pensava “salterà anche Roma”. Macché. Ci tiene troppo a questo derby del cuore. È una sfida nella sfida per lui ma anche per i suoi stretti collaboratori, quasi tutti romani: dal braccio Antonio Romei, alla factotum Cinzia a tanti altri del suo entourage. Senza contare che è un derby pure per Mihajlovic, che vive a Roma, e per e Lorenzo De Silvestri, entrambi romani doc. E pure per Okaka, lui romano d’adozione: Bruno Conti per farlo esplodere bambino tra i giallorossi offrì un lavoro a Trigoria ai suoi genitori, unica strada per farli trasferire tutti da Perugia. Se non è amore questo. «All’Olimpico avrò tanti amici giallorossi: tutti artisti, perché gli artisti tifano Roma, pochi - scherza Ferrero - ci sarà Tognazzi, Claudio Amendola, Favino e altri del cinema. Amici cui la Sampdoria proverà a dare un dispiacere».