GASPORT (F. GRIMALDI) - Non è che la risonanza magnetica svolta nella clinica di Firenze potesse lasciare spazio a molti dubbi: «Il lca (legamento crociato anteriore, ndr) presenta segnale alterato per lesione sub-totale», è scritto nel referto del dottor Fabio Fanfani dopo il ricovero di Marchisio. Il ginocchio destro dello juventino evidenzia qualche altro problemino, tipo una «sofferenza edematosa» al ginocchio. Un trauma, insomma «c’è stato», per dirla con parole del professor Castellacci. Comunque tutte situazioni che venerdì mattina conducevano verso una soluzione inevitabile: il rientro a casa dello juventino.
PROCEDURA - D’altra parte, siamo sinceri, lo staff medico azzurro non aveva mai parlato di operazione o di lungo stop: limitandosi invece a spiegare casi di scuola (intervento probabile in caso di lesione oltre il 50%, intervento mediamente non necessario in casi meno gravi) e restando in attesa degli esiti clinici di Torino. Quando succede un infortunio in Nazionale, dopo una diagnosi sul campo si procede sempre alle prime analisi, risonanze, radiografie, in base alle quali decidere un eventuale ritorno a casa. Anche per rispetto dei club dei giocatori.
BLACKOUT MEDIATICO - Quel che è successo dopo il rientro a Torino di Marchisio – qualche dichiarazione un po’ incauta sulle cause dell’infortunio che non era certo scaturito da sovrallenamento, e il blackout mediatico aggravato dalle reazioni isteriche dei «social» – avrà comunque conseguenze sulla gestione dell’informazione medica in Nazionale. Da oggi lo staff del professor Castellacci non sarà più autorizzato a comunicare il motivo dell’abbandono del ritiro durante gli allenamenti, rinviando ai club di appartenenza l’eventuale spiegazione, se mai i club vorranno darla. Questione di privacy. Un peccato, visto che almeno in Nazionale, soprattutto rispetto ai club, la trasparenza non era mai mancata. Già ieri è stata annullata la consueta conferenza del medico azzurro il giorno dopo la partita.