GASPORT (M. CECCHINI) - Con il dovuto rispetto per i vincitori di tutte le epoche, gli antichi romani di festeggiamenti se ne intendevano davvero. Pensate che nel 202 avanti Cristo – dopo aver vinto la battaglia di Zama contro il cartaginese Annibale, atto finale della Seconda Guerra Punica – Publio Cornelio Scipione si meritò l’appellativo di «l’Africano » arrivando a Roma dopo aver risalito tutta l’Italia meridionale in una sorta di processione che, raccontano le cronache, si trasformò in un unico, ininterrotto trionfo personale che durò settimane.
TRIONFO A ABIDJAN Con queste premesse, l’accoglienza eccezionale che ha accolto ieri a Abidjan i campioni d’Africa della Costa d’Avorio è stata cosa che può colpire noi frettolosi contemporanei e nulla più. In realtà ieri nella capitale la festa è stata gigantesca. Migliaia di persone vestite di arancione (il colore della squadra), guidate dal presidente Alassane Ouattara e da diversi membri del governo, hanno accolto la squadra all’aeroporto, scortandola fino allo stadio «Felix Houphouet-Boigny» dove è stata santificata la giornata di festa nazionale proclamata dalle autorità.
GARCIA CHIAMA Ma anche le prossime ore si annunciano calde per Gervinho e Doumbia, protagonisti del successo degli Elefanti nella manifestazione. Per questo a Trigoria, complice anche il match non irresistibile che attende i giallorossi (il Parma), sanno che difficilmente potranno rivederli al lavoro prima di giovedì, senza contare che non è escluso che il nuovo attaccante debba fare anche un blitz a Mosca per ritirare alcuni effetti personali. Ciò non toglie che Rudi Garcia non abbia perso l’occasione per complimentarsi con i suoi ragazzi, sottolineando come con la loro presenza la squadra potrà tornare competitiva al massimo. Lo stesso pensiero del «fratello» africano Keita, che col Mali ha ottenuto in carriera 2 terzi posti in Coppa d’Africa.
SEDIE E URLA Lo psicodramma conclusivo dei calci di rigore a oltranza, comunque, ha messo in evidenza la diversità di carattere di Gervinho e Doumbia. Il primo, seduto su una sedia di plastica, ha voltato le spalle al campo perché non reggeva la tensione, e i fotomontaggi di lui seduto, accanto a vip di tutto il mondo, ieri ha fatto il giro de web. Il secondo, invece, ha gridato come un pazzo nelle battute finali. «Dopo che il Ghana è passato in vantaggio per 2-0 nella serie – ha detto Gervinho, entrato nella squadra ideale della manifestazione – mi sono alzato dalla panchina e ho dato le spalle al campo. Forse questo ci ha portato fortuna. Ma, sinceramente, non credevo più che ce l’avremmo fatta. Era difficile guardare i rigori, è stato tutto così stressante e ho avuto tanti brutti pensieri. Perdere anche stavolta sarebbe stato deludente ». Più grintoso Doumbia: «È stata una notte magica , una sensazione incredibile. Un’attesa lunga 23 anni è finita».
IBARBO A BARCELLONA Ma del nuovo «Potere Nero» romanista fa parte anche Ibarbo, che ieri era a Barcellona per l’ultima visita di controllo al tendine rotuleo del ginocchio da parte del professor Cougat. Le sensazioni sono positive. L’attaccante, come ha detto Garcia, andrà gestito, ma adesso potrà concentrarsi sulla guarigione del polpaccio destro infortunato.
RINNOVO LJAJIC L’ultima notizia sul fronte attacco riguarda Ljajic. Il serbo ha contratto fino al 2017 con una clausola di rescissione pari a circa 25 milioni. Ebbene, visto l’ottimo rendimento stagionale, il club sta pensando di prolungargli il contratto innalzando la clausola e aumentando l’ingaggio, pari a circa 2 milioni. Impressioni? Mossa intelligente. D’altronde per vincere non è detto che basti solo il «Black Power».