IL TEMPO (G. GIUBILO) - Torna la piccola Europa, quella che fa sorridere il calcio italiano, cinque formazioni ai nastri di partenza, compresa la Roma retrocessa dalla Champions con infiniti rimpianti. Chi vincerà l'Euroleague si metterà in tasca un bel mucchio di soldi, ma soprattutto la garanzia di promozione in Champions, se non gliela garantisse il campionato.
La concorrenza è agguerrita, ma non rappresenta il problema fondamentale dell'Europa dei poveri, che presenta un ostacolo terribile, quello delle date. Quando si gioca di giovedì, talvolta con lo spettro di pesanti viaggi di ritorno, le conseguenze sulle gare di campionato sono inevitabili, anche se si tenta di attenuarne la portata con lo spezzatino che diventa carne tritata. Due sfide affascinanti, una per livello tecnico come la visita della Fiorentina al White Hart Lane del Tottenham, l'altra che evoca la leggenda, l'Inter nella tana del Celtic.
Per la Roma esordio casalingo, con l'Olimpico degli ultimi tempi difficile definirlo un vantaggio. L'avversario non sta vivendo un grande momento, ma il Feyenoord rimane un nome di spicco nel panorama europeo, dove l'Olanda reclama un ruolo non di secondo piano. Garcia recupera alcuni pezzi importanti e sembra intenzionato a giocarseli in coppia: dunque Totti e Pjanic, del cui talento si è avvertita la mancanza nella deleteria sfilza di pareggi. Cambio di portiere, come vogliono le coppe, tornano il greco Holebas e il vero Gervinho. Nella speranza che torni anche il gioco, invano sospirato in questa ultima, infelice parentesi.