GASPORT (C. ZUCCHELLI) - In fondo, la verità l’aveva detta Maicon qualche settimana fa: «Questa è una maglia pesante, serve personalità per portarla». I centrocampisti della Roma, in attesa di vedere sul campo anche Uçan, sono la prova che la maglia pesante (in questo momento più che mai) può essere indossata a tutte le età. Può farlo il trentacinquenne Keita come il ventenne Paredes, passando per Pjanic (25 anni), De Rossi (32) e Nainggolan (27), senza considerare Kevin Strootman, uno che vive da mesi l’incubo infortunio ma che veniva considerato il leader della squadra già quando giocava nei pulcini.
ROTAZIONI Per la prima volta da settimane, Garcia potrà avere domani ampia disponibilità di scelta in mezzo al campo e, al netto di eventuali infortuni (nella Trigoria di questi tempi non si sa mai…), potrà fare lo stesso anche giovedì in Europa League. La sensazione è che ai due più stanchi (e più presenti) del gruppo, cioè Pjanic e Nainggolan, verranno risparmiati gli straordinari e giocheranno soltanto una partita, mentre De Rossi e Paredes potrebbero giocarle entrambe, magari una come titolari e una entrando dalla panchina. Keita idem, anche se il maliano deve essere gestito con più cautela rispetto agli altri, considerando l’età e considerando che, prima di dare una risposta sul rinnovo di contratto per un anno che la Roma gli ha proposto, vuole capire le risposte del suo fisico.
SICUREZZA PAREDES Di certo, una squadra che è prima in campionato per possesso palla (31’25” davanti alla Juventus con 30’10”), palle giocate (707,6) e percentuali di passaggi riusciti (74,4%), ha nel centro del campo il cuore nevralgico della sua natura. E se giocatori come Pjanic e Keita rappresentano una garanzia in termini di qualità e De Rossi e Nainggolan sono una certezza per quanto riguarda grinta e carattere, Paredes cerca di rubare i segreti del mestiere un po’ qua e un po’ la «da questi grandi campioni» e lavora senza sosta per non far rimpiangere i titolari e, anzi, provare a mettere in discussione le gerarchie. A Palermo, all’esordio da titolare, ha fatto bene, contro la Fiorentina in coppa è stato uno dei pochi a salvarsi, a Cagliari è arrivato anche il primo gol, che gli ha dato la spinta decisiva per continuare sulla strada intrapresa a luglio. Poche parole, tanti allenamenti e tanti fatti: «Noi giovani – ha detto a Sky – dobbiamo fare così, lavorare e farci trovare pronti quando l’allenatore ci chiama».
RIQUELME E VERDE Non segnava da un anno e tre mesi, dal 10 novembre 2013 quando col Boca batté 2-1 il Tigre. Paredes segnò il primo gol di destro su assist del suo amico e maestro Riquelme, domenica scorsa invece il passaggio giusto glielo ha fornito un altro ragazzo, Daniele Verde, due anni in meno ma stessa voglia di emergere: «Dopo la vittoria di Cagliari eravamo tutti felici perché erano 3 punti importanti, conquistati nel secondo tempo – ha aggiunto l’argentino – , ma la squadra ha giocato bene sempre, anche nel primo». Come a dire, ok essere contenti, ma serve l’umiltà giusta. E quindi il successo è complessivo e non solo merito dei giovani. Intanto però la loro freschezza (fisica e mentale) può essere un’arma in più per la Roma, ed è proprio quello che Garcia chiedeva da tempo.