IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) - Il derby infinito, trasformatosi ormai in lite dialettica, offre un’altra puntata al veleno. Protagonista James Pallotta che, al sito Bleacherreport.com, venerdì scorso - cioè prima del derby - si era soffermato anche su Claudio Lotito, presidente della Lazio e uomo forte di Figc e Lega. «Parlare con Lotito? No, ha una visione molto diversa su come dovrebbero essere gestite le cose. Le sue decisioni sono prese per lasciare intatto il suo potere, non per migliorare il nostro campionato. Lui, sicuramente, avrà un parere completamente opposto, ma si sa: quello che uno fa rimane, molto più delle parole». E ancora. «Il derby? Mi sto abituando, è molto importante per la città e per la Roma ma è una partita sulla strada dello scudetto. Tutte le partite sono importanti. Vincere il derby due volte all’anno e poi arrivare ottavi o decimi non mi renderebbe felice. E’ importante, li voglio vincere, ma dobbiamo guardarli come qualcosa di relativo in confronto a ciò che vogliamo fare». Il fatto che le dichiarazioni siano antecedenti al derby di domenica scorsa non cambia la sostanza dell’opinione che Pallotta ha di Lotito - l’uomo più potente accanto a Carlo Tavecchio, il presidente della Figc - che si è detto pronto a scommettere sul quarto scudetto di fila della Juventus. Ma, stando alle parole di martedì, prima o poi Pallotta dovrebbe vedere il presidente della Lazio per spiegargli, «parlando lentamente e scandendo bene le sillabe come si fa con i bambini» i conti della Roma. Chissà.
BIVIO SCUDETTO - Occhio al calendario, intanto: Roma prima a Palermo e poi a Firenze; Juventus in casa prima con il Verona e poi con il Chievo. Uno sguardo anche alla classifica: Juve 43, Roma 40. Facile ipotizzare che, a cavallo tra la fine del girone d’andata e l’inizio di quello di ritorno, il campionato sia al bivio decisivo. Perché, valutando gli impegni, non v’è dubbio che la strada sia nettamente in discesa per i campioni d’Italia e ricca di insidie e ostacoli per i giallorossi di Rudi Garcia. Che, sabato a Palermo, sarà costretto a presentare una Roma assolutamente inedita, e cioè priva degli squalificati Nainggolan e De Rossi, e degli africani Keita e Gervinho, oltre al lungodegente Castan. Senza considerare che ieri Totti non si è presentato a Trigoria perché colpito da un attacco influenzale. E che il greco Manolas ha interrotto il lavoro per un affaticamento muscolare. Uomini contati a centrocampo, innanzi tutto. Strootman, Pjanic e Florenzi, più Paredes: Rudi non si era mai trovato in questa situazione e c’è curiosità per capire che tipo di Roma manderà in campo al Barbera. Trova spazio l’ipotesi di una Roma con il 4-2-3-1 e con Pjanic e Strootman nelle vesti di mediani davanti alla difesa, e sarebbe una soluzione per certi versi temeraria, visto che entrambi sono più due mezzali che due mediani. Scarseggiano gli incontristi di professione e, quindi, qualcosa Garcia dovrà per forza inventarsi. Florenzi potrebbe giostrare da intermedio (4-3-3); da esterno d’attacco (4-3-3) o da trequartista (4-2-3-1); Paredes è un elemento ancora abbastanza misterioso per valutare la sua adattabilità (e posizione) nel 4-2-3-1 o in qualsiasi altro modulo. Chi pensa ad una Roma con il 4-4-2, immagina Pjanic e Strootman centrali di centrocampo, con Florenzi e Ljajic esterni, più due attaccanti da scegliere tra Totti (influenza e dolorini vari permettendo...), Iturbe e Destro, se sarà ancora in giallorosso. Di certo, sarà una Roma mai vista prima. Una Roma che potrebbe/dovrebbe a breve ritrovare Balzaretti, che da ieri è tornato ad allenarsi con il gruppo.