IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Al centro dell’Olimpico, senza aver paura di quel che sarà. Il derby numero 141 in campionato è solo da giocare. Perché stavolta nessuna delle due può correre rischi e quindi non deve certo preoccuparsi. Nè la Roma seconda, nè la Lazio terza. Oggi pomeriggio non hanno proprio niente da perdere. Anzi, varrebbe la pena vincere. Significherebbe tanto. Garcia per salire al primo posto, Pioli per fare il salto decisivo in zona Champions.
Alta quota - Bisogna tornare al 29 aprile del 2007 per ritrovarle così in alto. Proprio nelle stesse posizioni di oggi, i giallorossi davanti e i biancocelesti dietro, anche se all’epoca vicinissimi al traguardo: 34° turno e 0 a 0, il solito pari di chi si accontenta e magari gode. Ora sono di nuovo al top. Nei numeri e non a parole. In campo entrano da big del nostro torneo: 69 punti in classifica sono il raccolto dopo 17 giornate, la capitale come nessuna città d’Italia. Più esordienti nella Lazio, compreso l’allenatore, che nella Roma. Dove ti giri campioni e talenti, giovani e senatori, romani e stranieri. Il derby non si farà mancare niente, con almeno 55 mila spettatori, cornice ideale dell’Evento che dovrebbe garantire emozioni e gol. Il pubblico si merita questo e altro.
Momento chic – La Roma è imbattuta da 7 partite, la Lazio da 5. E sono partite bene nel nuovo anno. Più equilibrati i giallorossi, con il successo striminzito di Udine, più coinvolgenti i biancocelesti con il tris alla Sampdoria. Negli ultimi due successi c’è probabilmente la storia del match. Pioli sfrutta l’attacco, contando più gol segnati dei rivali (31 a 29), Garcia punta sull’equilibrio, evitando di subire reti da 3 gare di fila (11 su 17). Se il primo, senza l’infortunato Lulic, ritroverà Candreva, il suo collega, partiti Keita e Gervinho per la Coppa d’Africa, avrà Strootman in più da giocarsi.
Mosse e tentazioni – La Lazio, anche se Pioli cambiasse assetto, non sarebbe poi così diversa. Dal 4-3-3 al 4-2-3-1, sistema di gioco che i biancocelesti conoscono bene. E che comunque, per l’adattabilità di Mauri e dello stesso Candreva, può tornare anche quello di partenza, con tre centrocampisti a sostenere il tridente. La Roma, di solito, inizia con il 4-3-3, ma Garcia non avrebbe problemi a mettersi a specchio, alzando Pjanic da trequartista o anche altri da scegliere nella formazione iniziale. Totti e Klose sono i due centravanti annunciati, ma anche Djordjevic e Destro chiedono spazio.
Protagonisti da copertina - Proprio il capitano giallorosso, ancora a digiuno in questa stagione all’Olimpico (ultimo centro il 2 aprile contro il Parma), cerca il decimo gol nel derby per battere l’ennesimo record, il tedesco campione del mondo vuole lasciare per la terza volta il segno in questa sfida che ha già giocato sei volte. Ma attenzione agli emergenti. Perché, proprio alle spalle dei due campioni, c’è chi ha le caratteristiche prendersi la vetrina. Iturbe, l’anno scorso, ha fatto centro due volte su due contro la Lazio che è il bersaglio preferito, 4 reti, di Ljajic. L’argentino è al debutto proprio come Felipe Anderson che sta spopolando ormai da qualche settimana: eccolo in 8 degli ultimi 9 gol della Lazio in campionato (4 reti e 4 assist). E tutto in 4 partite.
Rinforzi necessari – Le rivali della Roma e della Lazio, dalla Juventus in giù, stanno scegliendo, nella sessione invernale del mercato, i giocatori giusti per migliorare. Acquisti mirati a modificare la classifica attuale. Le due società capitoline devono riflettere bene su quanto potrebbe accadere da qui ai primi di febbraio. E soprattutto come potrebbero cambiare gli obiettivi, i valori e le rose delle avversarie nel girone di ritorno. Pioli si aspetta almeno il difensore centrale di scorta per non farsi trovare scoperto nel momento cruciale della stagione. E Garcia, pur non chiedendo niente, sa che i partenti sono da sostituire con gli arrivi. Giocato il derby d’andata, ci sarà il tempo per rispondere alle altre big. Per restare in alto.