La Roma pareggia a Palermo 1-1, la Juventus stravince 4-0 contro il Verona e si porta a +5 in classifica proprio rispetto ai giallorossi che hanno anche lo scontro diretto a sfavore. La squadra di Garcia è chiamata alla reazione per tenere ancora in vita questo campionato.
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Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola.
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IL MESSAGGERO (M. CAPUTI)
Il calcio è molto semplice: per una squadra vincente la prima regola è avere dei bravi giocatori, la seconda è affidarli a un allenatore capace di assemblarli. Oggi, più di prima, le potenzialità economiche esaltano questi concetti, rendendo ancor più ampio il margine tra le formazioni ricche e tutte le altre. Soprattutto in Europa la fotografia è nitida: Real Madrid, Bayern Monaco e Chelsea hanno con i soldi, top player e tecnici di valore assoluto come Ancelotti, Guardiola e Mourinho. C’è poi una terza regola: la presenza di un goleador. Salvo rarissime eccezioni chi ha vinto campionati o coppe europee ha sempre avuto attaccanti di razza. Senza scomodare la storia del calcio o guardare con invidia i top club europei, basta osservare il nostro campionato e vedere confermate le regole suddette. La classifica non mente: la Juventus è la più completa. Ha un ottimo allenatore, Tevez come bomber, e calciatori top come Pogba (soprattutto lui), Vidal e Pirlo che incidono e tanto anche in fase realizzativa. A tutto questo bisogna aggiungere mentalità e cattiveria agonistica, fondamentali per la strada che porta a vincere gli scudetti. Qualità, quest’ultime, che, come visto a Palermo, mancano alla Roma, dotata di un rosa vasta, di un tecnico di talento, ma non di un bomber. Fatta eccezione per Totti che, a trentotto anni, non è inesauribile e fa già dei miracoli, non ha altri giocatori alla voce «decisivi». Non lo è Gervinho, tantomeno Ljajic o il non pervenuto Iturbe. Vanno in gol in tanti, ma non è garanzia di successo. Destro sarebbe l’unico con certe caratteristiche, ma su di lui non si è mai puntato veramente, tant’è che si trova con le valigie in mano. Il Napoli, infine, ha un grandissimo attaccante come Higuain (l’ultima testimonianza ieri con la Lazio), giocatori spesso decisivi come Callejon, un allenatore di livello internazionale, ma è incompleto in difesa e a centrocampo.
GASPORT (N. CERERE)
L’andamento più umano dei bianconeri consente agli inseguitori giallorossi di ritrovarsi a minore distanza dalla vetta pur avendo sommato tre punti in meno rispetto al giro di boa 2013-14: manca una vittoria, sostituita da una sconfitta. La Roma nemmeno quest’anno riesce a piazzare un suo attaccante nella lotta per il titolo di capocannoniere (ha Ljajic a quota 6, 32 contro 39 i centri complessivi) e ha preso quattro reti in più (14 contro 10). La missione scudetto, ordinata da Garcia, può continuare più o meno con le stesse possibilità dell’avvio a patto che si venga a capo del problema principale. Cambiando modulo per dare fiducia a Destro? Nelle sette gare da titolare è andato a bersaglio cinque volte, occhio.
CORSERA (M. SCONCERTI)
Sta accadendo qualcosa invece alla Roma. Ha perso bellezza, vecchio professionismo, quella velocità di esecuzione che la rendeva irresistibile con qualunque attacco. Paga l flessione di Nainggolan, la vera corsa di tutti, e la poca continuità di Pjanic. Ma c’è anche una qualità generale un po’ perduta. Non si può giocare a Palermo con due esordienti, Paredes e Verde, bravissimi ma intempestivi. Non si vincono gli scudetti con gli esordienti.
LA REPUBBLICA (G. MURA)
La Roma [...] ultimamente ha bisogno di uno schiaffo (o due, nel derby) per entrare davvero in partita. A Palermo dopo 100 secondi era già sotto. Può capitare, se hai contro Dybala e una squadra organizzata. Ma, raggiunto il pareggio, chi pensa di poter arrivare allo scudetto deve giocare in un altro modo, cioè cercare di vincere. La Roma non lo ha fatto. Con tante assenze, ha detto ieri Garcia, chi gioca deve prendersi responsabilità anche maggiori. Non ha fatto nomi e non credo alludesse ad Astori. Chissà se a Pjanic sono fischiate le orecchie.