IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - La Juventus è diventata più umana: quattro pareggi consecutivi: Fiorentina, Atletico Madrid e Sampdoria. E in mezzo la vittoria del derby, arrivata con un gol di Pirlo a tempo ormai scaduto. Due pari in campionato sono stati sufficienti alla Roma per risalire e avvicinarsi ai bianconeri e figuriamoci se non fosse arrivato quel successo in extremis contro il Torino. E i giallorossi poi, vengono pure da un momento complicato: l’eliminazione dalla Champions e il mezzo stop in casa contro il Sassuolo. Garcia (che non sarà presente oggi a Milano per l’incontro con il ct Conte), insomma, ritrova il sorriso proprio in una fase delicata della stagione, quando tutto poteva complicarsi e la Juve piazzare l’allungo. A Genova, su un campo pieno di insidie, è arrivata la svolta. La Roma oggi ha solo due punti in meno dello scorso anno (pur avendo vinto una volta in più nell’attuale campionato), ma la Juventus ne ha quattro (lo scorso anno 13 vittorie, un pari -Inter-Juve- e una sconfitta a Firenze) di meno. Lo scorso anno il vantaggio dei bianconeri sui giallorossi dopo 15 gare era di +3. La Roma è meno bella, ma più consapevole, forse. E Allegri se ne sta accorgendo, la rabbia post Juve-Sampdoria lo dimostra. Roma e Juve sono sempre sul fronte. Le guerre mediatiche coinvolgono i protagonisti e i tifosi. E’ un continuo, giornata dopo giornata. Tutto nasce da quella partita di Torino in cui Rocchi è stato il man of the match. Siamo e nemmeno metà del campionato e la situazione può addirittura degenerare. Agli juventini non sfugge il presunto aiuto alla Roma con Sassuolo e Genoa e i romanisti rispondono pubblicando, tra le altre cose, la foto di Marchisio che batte l’angolo (da cui nasce il gol di Evra con la Samp) con la palla dentro il campo e non sulla linea. Per non parlare poi dei pizzichi di Nainggolan a tutti i suoi (e della Roma) detrattori. Lo scudetto si accende e ora, senza le coppe, sarà così-pausa natalizia a parte - fino a metà febbraio, quando riprenderanno le coppe.
PRO E CONTRO DI MARASSI Cosa ha detto la partita di Genova? 1) Che la Roma è cresciuta fisicamente. Giocare e vincere contro una squadra che fa della corsa e del temperamento le sue armi migliori, non era semplice. 2) Garcia non ama i centravanti d’area, questo ormai è una certezza. La Roma gioca spesso senza l’ariete e con tre di movimento. Totti o Destro non è un dualismo: Mattia fa l’attaccante d’area, Francesco spazia per tutto il fronte e arretra spesso; Ljajic, a differenza di Totti, ama anche giocare sull’esterno; Gervinho è Gervinho. Così c’è maggiore equilibrio, la difesa balla meno. 3) Non si possono sbagliare tutti quei gol, questo lo ha fatto capire pure Garcia: o gli esterni diventano infallibili o diventa dura. Destro è lì che aspetta, Iturbe va recuperato a tutti i costi. 4) La vittoria con il Genoa porta la Roma in vantaggio sulla Juve nel netto del calendario: i giallorossi hanno vinto dove i bianconeri hanno perso e le partite da qui alla fine del girone di andata sono leggermente a favore della Roma, almeno sulla carta. I giallorossi hanno il Milan in casa, l’Udinese al Friuli, il derby, poi trasferta di Palermo; la Juve il Cagliari in trasferta, l’Inter a Torino poi la sfida del SanPaolo e il Verona in casa.
JOSÈ IN BILICO A Genova la Roma ha avuto la conferma di poter contare su un bel terzino sinistro, José Holebas (per gennaio, si tratta Baba, esterno del Ausburg). Il problema è che ora rischia di saltare il Milan. Gli addizionali di Genova hanno visto tutto ciò che è successo a Marassi, sul campo e sotto il tunnel, dove il greco e Perotti si sono beccati, insultati e rincorsi. Oggi il giudice sportivo emetterà la sua sentenza: l’attaccante del Genoa verrà sicuramente squalificato, Holebas rischia grosso e per la reazione al calcione a palla lontana del suo avversario e per il dito medio alzato verso la gradinata del Genoa(considerato un gesto di provocazione). La speranza di Garcia e della Roma è che si risolva tutto con una multa.