IL TEMPO (A. AUSTINI) - Stavolta il sospiro finale è stato di sollievo. Montella si è comportato da vero amico e ha fermato la Juventus, oggi la Roma ha un’occasione più unica che rara di portarsi a un punto dalla vetta: battere il Sassuolo è l’unica cosa che conta, poi si penserà alla Champions.
Ieri nel ritiro di Trigoria diversi giocatori si sono radunati al bar per vedere la gara del Franchi, «ma non importa - dice Rudi - non voglio dipendere dagli altri. Se vinciamo tutte le partite che possiamo fare nostre alla fine avremo la giusta ricompensa».
Vietato snobbare il Sassuolo dell’ex Di Francesco, che lo scorso anno strappò un punto pesantissimo all’ultimo istante. «Non perdono da sette partite - ricorda Garcia alla vigilia - vuol dire che è una partita molto difficile. Il campionato è una maratona, bisogna essere pronti per ogni gara, solo in questo modo si ottengono risultati importanti». Battendo i neroverdi, la Roma avrebbe gli stessi punti dell’anno scorso dopo 14 turni. «Nello scorso campionato avevamo vinto 10 gare di fila, un qualcosa di irripetibile. Quest’anno, con 5 match di Champions in più giocati, è un risultato eccezionale» rimarca Garcia che proprio non ce la fa a risparmiare un’altra stoccata ai rivali juventini. A domanda sulla scarsa efficacia della difesa risponde così: «Se dico che abbiamo preso 6 gol in 12 partite (non conta i 3 irregolari segnati dalla Juve nello scontro diretto, ndr), poi escono altri titoli sui giornali quindi è meglio che non lo dico». Troppo tardi, «comunque abbiamo cambiato gli uomini rispetto alla scorsa stagione, quindi significa che la difesa è formidabile».
Dopo il Sassuolo mercoledì c’è il City in Champions, una gara cruciale per la stagione della Roma, con ricadute anche sul bottino a disposizione di Sabatini per il mercato. Garcia dovrà quindi risparmiare qualche titolare, anche se non può ammetterlo. «Le scelte - assicura - saranno fatte per vincere contro il Sassuolo, senza pensare alla sfida di coppa. Metterò in campo la formazione che mi farà ottenere i tre punti: dobbiamo giocare al 100%, non basta neppure il 99%». Tanti i dubbi, tra le poche (apparenti) certezze la presenza di Destro e Iturbe nel tridente, con la possibile conferma di Totti che giocherebbe un’oretta prima di tirare il fiato. Da Iturbe il tecnico si aspetta molto. «Sta veramente bene in questo momento e lo abbiamo visto contro l’Inter. Sta ritrovando velocità ed esplosività che sono fondamentale per il suo gioco».
A centrocampo potrebbe trovare spazio Strootman, più in corso d’opera che dall’inizio. «Kevin è pronto - spiega l’allenatore - è subentrato già due volte, poi sappiamo che deve ancora allenarsi e giocare. Maicon? Sta benissimo e può fare tutte le partite di fila». Il ginocchio malandato, però, consiglia prudenza: Florenzi è pronto ad adattarsi da terzino destro come a Mosca, con Yanga-Mbiwa che farà rifiatare uno tra Manolas e Astori (diffidato), mentre Cole potrebbe avere una nuova chance a sinistra anche se la tentazione si sfruttare il rinnovato entusiasmo di Holebas è forte.
La porta è tornata nelle mani di De Sanctis, fresco di rinnovo contrattuale. «Sono molto contento - il commento del francese - non è solo un portiere forte, ma anche un uomo di qualità. Con Morgan e Skorupski abbiamo due portieri di altissimo livello e non abbiamo bisogno di nessun altro». Per quest’anno.