Niente bomber, ecco la svolta

15/12/2014 alle 09:09.
garcia-totti-cambio-genoa-roma-141214-mancini

Non è stato facile vincere a Marassi. La Roma ci è riuscita grazie alle intuizioni di e allo spirito di sacrificio dei suoi giocatori. Il tecnico francese ha fatto una scelta coraggiosa, mandando in campo una formazione senza centravanti. Fuori , e Borriello, con Gervinho a fare il guastatore su tutto il fronte d’attacco. Una scelta per non dare punti di riferimento ai difensori del . La Roma è tornata a giocare come sa e come non si vedeva da diverse settimane. Almeno per un’ora, perché poi ha sentito la fatica e ha concesso al , in inferiorità numerica, di crederci fino alla fine.

Il possesso palla è stato schiacciante in favore della squadra di : 66,6 per cento contro il 33,4 per cento del . Anche nella capacità di palleggio la Roma è stata superiore: 604 passaggi riusciti, contro i 295 del , più del doppio. La squadra giallorossa ha sfruttato molto le fasce, in particolare la destra, da dove è nata l’azione del rigore e quella del gol. Ma anche sul piano delle conclusioni la sua superiorità è stata evidente: 19 conclusioni di cui 6 nello specchio della porta per i giallorossi, solo 7 (e uno solo nello specchio della porta) per i rossoblù.

Sull' out di destra  ha fatto la differenza, costringendo all'errore Perotti. E pensare che dalla panchina, , il collaboratore di , gli urlava di stare attento all’attaccante argentino. Il brasiliano se lo è guardato e ha continuato a spingere. Lo stesso ha fatto quando gli ha urlato di curare di più la fase difensiva. «Tu pensa a parare», la risposta del brasiliano, che era in dubbio alla vigilia e che invece ha dato prova della sua forza sulla fascia. Era partito un po’ frenato, poi ha straripato, infine è calato nel secondo tempo, accusando la stanchezza della partita contro il .

Gasperini ha provato a mettere in difficoltà la Roma sul piano tattico, ma il suo piano è saltato con l’espulsione di Perin.   ha fatto il primo cambio inserendo , per cercare di far salire la squadra grazie alle capacità del capitano di tenere il pallone. Il tecnico gli ha spiegato dove posizionarsi in campo, per non finire nella rigida marcatura dei difensori del e in effetti ha giocato molto distante dalla porta. Nel finale è stato a cercare con più frequenza gli inserimenti in avanti, per evitare che la squadra si schiacciasse troppo dentro l’area.

(corsport)