LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Evidentemente la lotta scudetto non può fare a meno di tensioni e nervosismo. Da ieri il boccino del malumore ruota vorticosamente in casa Roma. Sembrava una giornata come tante a Trigoria, dove al massimo attendevano (invano) novità dal Comune sullo stadio di proprietà. E invece già dalla tarda mattinata il clima s’incendiava: sensazione di accerchiamento, dirigenti in trincea. Il motivo? La sentenza del giudice sportivo: 2 turni di squalifica all’allenatore Rudi Garcia per aver tentato di dare uno schiaffo a uno steward, un turno al terzino Cholevas per un dito medio alla tribuna.
I fatti: è finita da pochi istanti la partita contro il Genoa, Garcia e il vice Bompard sotto un fitto lancio di oggetti vari e bottigliette dalla tribuna di Marassi (una ha colpito Strootman, ma il giudice l’ha sostanzialmente ignorata) cercano di allungare il “finger”, quel tunnel in teflon che porta agli spogliatoi, per garantire l’incolumità dei giocatori. Gli steward chiedono conto di cosa facciano, si anima una discussione, si risolve in fretta. Fin qui, vedono tutti. Lo steward, però, va oltre. E ai delegati fa mettere a verbale di essere stato «aggredito dal tecnico della Roma Rudi Garcia il quale strattonandomi provava a tirarmi uno schiaffo verso il viso, che schivavo senza essere colpito. Subito dopo Garcia veniva allontanato dai presenti. Contemporaneamente un signore con addosso la tuta della Roma strattonava me ed un mio collaboratore, attingendoci con uno sputo». Questa testimonianza, di un soggetto non tesserato, nemmeno verificata, se non con altri steward, è bastata a far scattare la condanna.
Il dg Baldissoni non ci sta, e punta il dito contro una giustizia che non sembra ritenere (anche dopo il discusso caso-Destro dello scorso anno e le multe per l’uso della trasmittente in panchina) uguale per tutti: «Situazione grottesca, siamo stanchi di fare giurisprudenza, è una sensazione sgradevole che abbiamo già denunciato l’anno scorso, ma se sarà necessario per difenderci siamo pronti a usare la clava». Inevitabile però che il più nervoso sia Garcia: nonostante il premio di miglior allenatore francese dell’anno, a Trigoria lo segnalano furioso. A fargli saltare i nervi l’idea di passare alla storia come il tecnico che ha picchiato uno steward, un marchio d’infamia che non accetta. Così, dopo un lungo confronto con un legale di fiducia ha deciso di querelare il testimone: «È diffamazione».
La Roma, in attesa di decidere se allinearsi, è pronta a presentare ricorso. Con urgenza: perché l’idea di dover rinunciare anche solo per la gara di sabato contro il Milan all’allenatore non va giù a nessuno. Anche perché il precedente è pericoloso: «Possiamo immaginare — continua Baldissoni — che in tutti gli stadi da oggi in poi si potranno squalificare tesserati sulla base di dichiarazioni inventate». In casi simili inoltre sarebbe prassi richiedere un supplemento d’indagine per ascoltare gli altri testimoni presenti sul posto in quel momento, non emettere sanzioni. Ragioni per cui la Corte di giustizia federale — che potrebbe discutere già venerdì il ricorso — dovrebbe orientarsi verso l’accoglimento dell’impugnazione della Roma. Pronta anche a presentare propri testimoni. E a Trigoria proveranno a impugnare anche lo stop a Cholevas (Perotti, che lo ha colpito con un calcio, è stato fermato per 3 turni con la prova televisiva): nel referto ufficiale non sarebbe stato riportato il gesto, segnalato poi via telefono dal delegato ma solo dopo la visione delle immagini tv. Il margine di successo però è decisamente meno netto. Un turno pure ad Allegri per un insulto al quarto uomo. Ricorre anche la Juve.