IL TEMPO (T. CARMELLINI) - C hiamarla discesa forse è un po’ troppo, ma sicuramente dopo l’impegno contro il Torino in programma domenica sera all’Olimpico per la Roma ci sarà tempo per tirare il fiato e fare il punto su una situazione che rischia altrimenti di complicarsi.
La sosta per la nazionale darà modo ai molti infortunati di rientrare (tutti o quasi: resta appeso il nodo Strootman...) e metterà Garcia in condizione di tornare a mostrare il suo gioco. Perché quella contro il Bayern, fatta salva la qualità «superiore» della squadra di Guardiola, non era la Roma vera: probabilmente non avrebbe fatto la differenza, ma una squadra senza De Sanctis, Totti, Pjanic, Gervinho, Castan, Maicon e Strootman è chiaramente un’altra cosa. Giocatori in grado di fare la differenza, se non ancora in Europa, sicuramente in campionato: l’obiettivo dichiarato della Roma a inizio stagione.
Ora però società, tecnico e squadra non devono farsi prendere dal panico e ripartire da quanto di buono (ed è tanto) fatto fino a due settimane fa. La Roma, bella e pimpante di inizio campionato non può essere solo un lontano ricordo anche se le assenze pesano eccome. La palla ora torna nelle mani dell’allenatore, tocca a lui tirar fuori dalle secche una squadra che rischia altrimenti di perdere stimoli e cadere in depressione.
La Roma insomma deve ricominciare a far pesare sulle rivali il suo peso specifico. A partire da domenica contro il Torino, col quale ha ancora un conto aperto... Vero Banti? La cosa assurda è che a dirigere la sfida sarà ancora lui: misteri del calcio italiano.