LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - «Far gol per un attaccante è la vita». Così si presenta, Mattia Destro, centravanti che divide la tifoseria, ma che è corteggiato dall’Arsenal di Wenger. «E questo fa piacere — ammette con sincerità il numero 22 a Roma Radio — sono belle queste voci, significa che sto lavorando bene. Io penso solo a segnare, ci penso ogni minuto della giornata. Quando scendo in campo il gol è la cosa più importante. Poi c’è la vittoria della squadra». Una specie di ossessione che alza la media realizzativa (una rete ogni 129 minuti), ma che lo porta a sembrare piuttosto egoista in campo. «Tanti dicono che ho un carattere difficile, fanno male certi commenti, ma si superano e si dà il 100% per andare avanti e penso solamente a rispondere sul campo». Un carattere che lo rende un anti-personaggio, probabilmente, che lo porta a non accontentarsi di giocare solamente le gare di campionato con le squadre inferiori, stretto dalla presenza ingombrante di Totti che continua a essere protagonista a 38 anni compiuti.
Destro si confessa: “Il gol è la mia vita poi viene la squadra”
15/11/2014 alle 10:24.
In tutto questo, Garcia sta preparando Destro in questi giorni di una Trigoria svuotata dalle varie nazionali per farlo giocare titolare contro l’Atalanta. A Bergamo non ci sarà infatti lo squalificato Totti e Mattia potrà riprendere a rincorrere di nuovo la sua ossessione: il gol. È però Sabatini a fare delle riflessioni legate alla figura di Pallotta e Garcia. «Il presidente è una persona affettuosissima, di intelligenza, veloce, rapida e guizzante. Farà tutto quello che si è messo in testa, è tenace. Garcia? Un’intuizione che mi attribuisco, lo seguivo da sempre, avevamo bisogno della sua serenità combattiva ». E sulle ambizioni della Roma. «A Torino abbiamo perso, con un arbitraggio diverso il risultato sarebbe stato diverso, ma stimo molto Rocchi e sarei tranquillo se tornasse. Ne giocheremo altre e dovremo dimostrare di essere più forti della Juve».