IL TEMPO (A. AUSTINI) - Lo avevamo lasciato a Torino, con la testa tra le mani e lo sguardo incredulo per quello che stava combinando l’arbitro Rocchi. Poi la Roma lo ha «ceduto» al Mali che gliel’ha riconsegnato infortunato al polpaccio. Garcia l’ha presa molto male, e ne aveva ben donde.
Senza Keita, il pallone in mezzo al campo scotta un po’ di più. E vincere le partite è diventato più difficile: i giallorossi ci sono riusciti una sola volta nelle ultime cinque, di cui tre giocate senza il centrocampista africano. Risultato: Juve di nuovo a +3 e Champions tutta da giocare.
Al di là dei punteggi, che dipendono soprattutto dalla forza degli avversari incontrati durante la serie (Juve, Manchester e Bayern), è la manovra a centrocampo a risentire dell’assenza di Keita. Quanto sarebbe servita contro il Bayern Monaco la sua capacità di «congelare» la palla nei momenti difficili, per consentire agli altri di rifiatare, ragionare e partire di nuovo all’assalto. La riprova c’è stata a Genova, dove De Rossi ha mostrato i suoi limiti di condizione, Nainggolan ha accusato il primo, naturale calo della stagione e Pjanic è partito in panchina perché non ne aveva più. Così c’è stata troppa frenesia nel palleggio: Garcia dalla panchina s’è sgolato per farlo notare.
Ora, non si può dire che la Roma sia Keita-dipendente, le partite sapeva vincere lo scorso anno senza di lui e lo stesso ha fatto contro il Chievo nove giorni fa, ma che l’africano sia diventato una rotella fondamentale dell’ingranaggio è fuor di dubbio. Fino a quando stava bene, Garcia lo ha sempre utilizzato: dopo due spezzoni d’ambientamento con Fiorentina ed Empoli, è rimasto in campo 90 minuti in tutte le sei gare successive, guadagnandosi anche i gradi del terzo capitano dopo Totti e De Rossi.
L’attesa è quasi finita: l’elongazione al soleo sinistro si è rimarginata e Keita ha ripreso un lavoro graduale sul campo. L’obiettivo è riaverlo sabato a Napoli, in una sfida che a Trigoria temono soprattutto per motivi ambientali: la squadra dovrebbe viaggiare in aereo e alloggiare in un albergo fuori città onde evitare un’accoglienza «speciale». Nel catino del San Paolo la tranquillità che il maliano sa infondere alla Roma sarà fondamentale. Chiunque gli giochi affianco: ad esempio, Garcia lo ha già utilizzato da intermedio insieme a De Rossi. Difficile, ma non del tutto escluso, che Seydou torni in anticipo tra i convocati: mercoledì arriva il Cesena all’Olimpico, se Keita tra oggi e domani riuscisse a fare passi in avanti potrebbe candidarsi per un posto in panchina.
È più indietro di lui Maicon, che punta Napoli. Migliorano Strootman e Castan, ma al di là di possibili convocazioni «motivazionali», saranno disponibili a tutti gli effetti dopo la sosta di novembre. Sperando che a quel punto la Juve non sia già scappata via.