IL TEMPO (A. SERAFINI) - Arrivare alla soglia dei 38 anni e non sentirli. D'altronde non ha proprio voglia di guardare la carta d'identità Francesco Totti, il trascinatore nella vigilia del ritorno romanista in Champions . Competizione che il numero 10 ha frequentato nel corso della sua carriera senza troppa continuità, quella che altri club europei avrebbero potuto garantirgli se avesse scelto strade diverse.
Ma ora non c'è più spazio per i rimpianti: «Mi ritengo fortunato, perché credo in me stesso, sono contento di quello che ho fatto e di quello che sto facendo: spero di dare ancora tanto per questa maglia. L’età passa ma non la sento: sarò io a mettermi da parte quando non avrò più le forze». Nella sala stampa di Trigoria divisa con Garcia, Totti riprende contatto con una realtà spesso dimenticata nonostante le 50 presenze e i 16 gol che lo incoronano come il dominatore assoluto nella storia del club giallorosso: «È una partita come le altre per me, ma tornare in Champions gratifica tutta la Roma. Queste partite meriteremmo di giocarle ogni anno. Il girone mi piace, è duro, ma noi proveremo a fare bella figura contro formazioni così forti. Speriamo di ripetere il percorso dell'Atletico Madrid della scorsa stagione». Speranza lecita, ma pronta a scontrarsi contro un livello superiore che il calcio italiano non conosce più da tempo. E il motivo secondo Totti è semplice: «In Europa ci sono squadre più forti, qui da noi è rimasta la Juventus e l'idea del Milan di tanti anni fa o l'Inter del Triplete. Lì ci si ferma».
La scelta di legarsi a vita con la maglia della Roma gli ha comunque regalato molte soddisfazioni, riconosciute anche in ambito internazionale: «Se avessi giocato con Real e Barcellona avrei vinto di più, magari però arrivavo io e non vincevano più - ha aggiunto con il sorriso - fortunatamente ho tanti estimatori anche in Europa che mi seguono. Significa che anche in quell'ambito abbiamo fatto bene con la Roma». Con un nuovo record all'orizzonte. Se Totti dovesse andare a segno infatti, diventerebbe il marcatore più longevo nella storia della coppa più prestigiosa, superando il primato attuale appartenente a Ryan Giggs, fermatosi con la maglia del Manchester United il 14 settembre 2011 all'età di 37 anni e 289 giorni. Un obiettivo sicuramente secondario per aprire un nuovo capitolo della sua carriera.
Quello definitivamente chiuso dal capitano in conferenza stampa riguarda Benatia, probabilmente l'unica delusione vissuta durante l'estate: «Un po' tutti abbiamo provato a trattenerlo, ma l'ultima parola spettava a lui. È un giocatore che ha fatto bene, un ragazzo straordinario ma ormai è il passato». Nel presente giallorosso, Manolas ha finora cancellato la partenza del difensore marocchino e anche stasera tornerà al centro della difesa insieme ad Astori che prenderà il posto del non convocato Castan (che sente ancora dolore alla coscia). Dopo Empoli confermati anche gli esterni Maicon e Cole (il terzo per presenze in Champions League dopo Casillas e Xavi), con l’inglese in vantaggio su Torosidis. Con De Rossi squalificato, centrocampo affidato a Keita, Nainngolan e Pjanic, mentre in attacco Totti, Iturbe e il recuperato Gervinho manderanno in panchina Destro, Ljajic e Florenzi. Fermi ai box Uçan e Borriello, dei 19 convocati di Garcia soltanto 7 però potranno finire in panchina, quindi uno tra Paredes e Holebas è destinato ad assistere alla gara dalla tribuna. Lo spazio arriverà per tutti.